In Cina sembra che si stia per prendere una decisione storica, che rappresenterebbe a tutti gli effetti un cambio di passo importante, che potrebbe rendere meno competitivi i cinesi a livello mondiale. L’inglese, infatti, al pari dell’attività fisica, dello studio di un’arte figurativa e di uno strumento musicale, è stato a lungo considerato una competenza strategica, che ora potrebbe finire (quasi) dimenticata in un cassetto.



Chiave d’accesso per i giovani studenti della Cina al mondo “là fuori”, l’insegnamento dell’inglese potrebbe subire una brutta battuta d’arresto in seguito alle dichiarazioni di un deputato del Partito comunista. Infatti, racconta il Sole 24 Ore, Tuo Qingming, anche preside di una scuola media a Sichuan, in occasione del Congresso nazionale del Popolo ha sottolineato che “imparare l’inglese consuma troppa energia e tempo per gli studenti, considerando che il valore pratico delle lingue straniere per molte persone è limitato”. L’idea della Cina, proposta dallo stesso Qingming, è di portare il valore della lingua nell’esame di ammissione universitario (il temuto Gaokao) da 150 punti, a 100.



La corsa e lo stop all’inglese in Cina

Insomma, per gli studenti della Cina l’insegnamento dell’inglese potrebbe essere ampiamente depotenziato, a favore di altre abilità ritenute più importanti o preponderanti nella vita dei cinesi. E la proposta è stata anche ben accolta durante il Congresso, in cui un insegnante, trovandosi d’accordo con Qingming, ha detto che “non è necessario rendere così difficile l’inglese alle medie e alle superiori, l’enfasi dovrebbe essere messa, invece, sull’applicazione pratica”.

Dietro all’insegnamento dell’inglese in Cina si nasconde una storia che affiora addirittura ai primissimi anni 2000, periodo in cui iniziarono a farsi strada anche delle vere e proprie scuole esclusivamente in inglese. La lingua, infatti, era considerata fondamentale nel proprio del boom economico e della globalizzazione, come porta d’accesso al mondo del lavoro estero. Tuttavia, numerosi studenti furono costretti anche a partecipare a dei corsi speciali, di rinforzo, per tenersi al passo, occupandosi tempo ed energia. Ora, invece, sembra che la Cina sia sempre più intenzionata a ridimensionare l’insegnamento della lingua inglese, forse in segno di una certa chiusura che da anni sembra sempre più diffusa e dirompente.