Belgrado non è oggetto solo degli interessi cinesi ma anche della Francia. A seguito di accordi fatti nel 2011 col governo francese la multinazionale Alstom doveva costruire una prima linea metropolitana entro il 2017 per un costo stimato di 1 miliardo di euro, ma nel 2012 un inaspettato cambio al vertice del potere politico che ha portato al governo Aleksandar Vučić ha determinato un cambiamento rilevante: la Cina non potrà essere esclusa da questo progetto.
Pechino ha proposto un progetto chiavi in mano per la realizzazione di due linee metropolitane costruite attraverso la sua multinazionale e cioè la China Railway Rolling Stock Corporation. Ma la Francia ha rilanciato e infatti proprio nel 2020 il ministro per il Commercio estero francese Franck Riester ha firmato a Belgrado un accordo intergovernativo sui “progetti prioritari” che permette di aggirare la normativa ordinaria sugli appalti pubblici e di negoziare direttamente. La Francia con questo accordo intende fare un investimento di circa 8,3 milioni di euro mentre il costo totale per la costruzione delle linee metropolitane si aggirerà intorno ai 4 miliardi di euro.
Se però la Francia riuscirà a portare a termine anche la terza linea metropolitana allora il costo non potrà che arrivare fino a 6 miliardi di euro, costo questo che può considerarsi il maggior investimento infrastrutturale in Serbia. Innanzitutto questa metropolitana sarà interamente sotterranea, ma il dato più interessante è il fatto che in base all’intesa che è stato siglata nel gennaio del 2021 la Serbia prevede una collaborazione a due e cioè con la Francia e la Cina: la multinazionale francese Alstom dovrà occuparsi del sistema di trasporto mentre invece la multinazionale Power Cina della costruzione. Trattandosi di un’opera di queste dimensioni la Serbia prenderà in prestito sia dal tesoro francese qualcosa come 454 milioni di euro sia da Bpifrance Assurance Export, una controllata della Public Investment Bank.
Qual è allora il dato significativo a livello politico? Che la penetrazione cinese in Europa, ed in particolare a Belgrado, è tale che non è possibile fare investimenti di una certa rilevanza senza coinvolgere la Cina. Pena l’esclusione da contratti miliardari.
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