Quando una persona viene a conoscenza della biografia di un illustre concittadino che secoli fa è stato missionario in Cina, contribuendo a far conoscere in Occidente quel Paese lontano, può anche accadere che si appassioni alla cultura di quella nazione. Il francescano Basilio Brollo, nato a Gemona nel 1648, fu missionario e vescovo in Cina dove compilò il primo e per molto tempo unico dizionario cinese-latino.
Anche Giada Mesetti, pure lei friulana di Gemona, si è appassionata alla lingua e alla cultura cinese e anche alla Cina odierna, soggiornando per anni in Cina e pubblicando prima La Cina è già qui. Perché è urgente capire come pensa il Dragone? (Mondadori 2020) e, più recentemente, Nella testa del Dragone. Identità e ambizioni della nuova Cina (Mondadori 2022). Il primo volume ci aiuta a capire, ricorrendo ad esempi azzeccati, la cultura cinese e le differenze fra il loro e il nostro modo di vivere.
Per fare ciò può essere certamente utile leggere i bei volumi del noto sinologo francese François Jullien che l’autrice cita spesso, sottolineando in particolare come la differenza culturale, anziché un ostacolo, sia uno scarto che apre risorse e fecondità, o quelli dello psicologo sociale Richard Nisbett sull’approccio cinese globale (olistico) alla vita a differenza di quello occidentale più analitico. Ma il volume di Giada Mesetti, ricco di esempi tratti dalla vita quotidiana, permette a tutti di capire più agevolmente quali siano le differenze fra il nostro modo di vedere la vita e quello cinese. In questo, il ruolo della lingua, dei peculiarissimicaratteri cinesi, è fondamentale. Il sistema di scrittura è profondamente radicato nella cultura e il suo ruolo è costitutivo dell’identità cinese. Esso ha posto pure molte difficili sfide, poi felicemente superate, come documenta il volume, al tentativo della Cina contemporanea di mettersi al passo con l’Occidente e la sua tecnologia.
Per quanto riguarda il tema dell’identità culturale, l’autrice sottolinea che il grande Paese asiatico non ha mai smesso nel suo complesso di essere confuciano, adottando un atteggiamento inclusivo, capace nei secoli di assimilare gradualmente il nuovo senza grossi traumi. Significativamente la concezione “confuciana” della meritocrazia nella selezione dei funzionari statali attraverso concorsi pubblici è stata importata dalla Cina in Occidente in epoca illuministica (p. 77). Il senso della collettività confuciano è stato ricuperato dalla nuova dirigenza cinese e ha giocato un ruolo centrale nell’approccio alla pandemia. In questa prospettiva oggi il governo di Xi Jinping cerca di affrontare con l’appoggio della popolazione il tema, assai sentito dopo il veloce sviluppo economico degli ultimi anni, delle crescenti disuguaglianze sociali. Interessante è il fatto che l’autrice sottolinei che, nonostante ciò, in Cina una opposizione possa esistere, pur manifestandosi in forme diverse rispetto all’Occidente, ed il governo faccia di tutto per monitorare le insofferenze presenti nella popolazione al fine di mantenere la coesione sociale.
Il secondo volume di Giada Mesetti si concentra sulla sfida che la Cina rappresenta per l’Occidente oggi. Esso documenta gli enormi progressi compiuti in pochi anni da questa grande nazione sul piano tecnologico ed industriale e del tenore di vita della popolazione. I segni manifesti di ciò sono all’esterno la diffusione dell’influenza cinese nel terzo mondo, in particolare l’ascesa del Dragone in Africa, e la nuova via della seta. In questo sviluppo giocano un ruolo centrale la compattezza della società cinese intorno ai suoi leader e il caratteristico pragmatismo nell’approccio ai problemi economici e sociali. Internet si è sviluppato con caratteristiche cinesi e non è servito, come invece si pensava in Occidente, ad esportare la democrazia in Cina.
Sul piano tecnologico sotto molti profili la Cina ha già superato gli Usa: il computer più progredito al mondo, tempi più veloci nella costruzione di infrastrutture, tecniche sviluppatissime per il riconoscimento facciale (che ovviamente possono essere usate con esiti eticamente ambivalenti). Per moltissimo tempo gli Usa hanno sottovalutato la Cina che, silenziosamente, ha dimostrato di seguire lo slogan denghiano: “Nascondi le tue capacità e attendi il tuo tempo”. Oggi devono fare i conti con il suo presentarsi sul palcoscenico mondiale come un competitore a pari livello. Come si osserva sinteticamente in conclusione: “La Cina è l’esperimento meglio riuscito nel laboratorio della globalizzazione. In un quarantennio il Paese asiatico ha sollevato dalla povertà settecento milioni di persone”. Giada Mesetti ci invita, quindi, a rifiutare schemi precostituiti nel nostro approccio alla Cina e a guardare la realtà con attenzione e umiltà.
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