La Cina potrebbe inasprire le sue restrizioni sull’uso della tecnologia di riconoscimento facciale perché teme che venga usata in aree come bagni pubblici. Le bozze della Cyberspace Administration of China (CAC) vietano anche alle camere d’albergo, le palestre e gli spogliatoi di avere telecamere per l’acquisizione di immagini o l’identificazione personale. Secondo l’autorità dovrebbe essere utilizzato solo per scopi specifici e con il consenso delle persone. Il CAC ha tuttavia aggiunto che nell’interesse della sicurezza nazionale, tali dispositivi potrebbero ancora essere installati negli spazi pubblici previo avvertimento alla popolazione.
L‘identificazione biometrica, compresi i sistemi in grado di catturare e registrale le immagini facciali, è diventata più diffusa in tutta la Cina. La bozza delle nuove regole stabilite dalla Cyberspace Administration of China suggerisce però che l’identificazione non biometrica dovrebbe avere la priorità rispetto al riconoscimento facciale quando entrambi i metodi siano ugualmente efficaci.
Cina, diverse aziende in una “lista nera”
I critici della Cyberspace Administration of China hanno espresso preoccupazione per la privacy e il potenziale per la tecnologia da utilizzare per la sorveglianza da parte del regime autoritario. Gli Stati Uniti ha sanzionato diverse società cinesi, inclusa la statale Hikvision, per il loro presunto ruolo nella repressione. La società SenseTime è stata inserita in una lista nera dello stesso genere nel 2019 per l’uso della sua tecnologia nella sorveglianza di massa nella regione dello Xinjiang, dove la minoranza musulmana uigura è stata perseguitata.
Diverse importanti aziende, in occasione di una fiera a Pechino, hanno presentato prodotti che sarebbero in grado di identificare comportamenti “indesiderabili” e scansionare i volti a una distanza superiore a 100 m. La CAC vieta però l’uso del riconoscimento facciale per analizzare l’etnia o la religione e afferma che non dovrebbe essere utilizzato per mettere in pericolo la sicurezza nazionale, danneggiare gli interessi pubblici o interrompere l’ordine sociale. La bozza è aperta alla consultazione pubblica fino al 7 settembre, dopodiché il CAC effettuerà le revisioni, come spiegato dal The Times.