La Cina vuole superare gli Stati Uniti come potenza mondiale e costringere i suoi vicini, oltre al resto del mondo, a rispettare le sue direttive. Lo si legge nell’Annual Threat Assessment of the U.S. Intelligence Community, la relazione annuale dell’intelligence Usa che è stata diffusa ieri e in cui si parla anche di Russia e Israele (e quindi la guerra a Gaza e la leadership di Netanyahu). Nel documento si parla di una Cina «nervosa» che è tra i Paesi che «stanno alimentando l’autoritarismo e diffondendo disinformazione», al pari della Russia. In questa competizione giocano un ruolo centrale anche le nuove tecnologie, come intelligenza artificiale, biotecnologie e biosicurezza, sviluppo e produzione di microelettronica e potenziali sviluppi quantistici. Ma tra le sfide poste dalla Cina ci sono, secondo l’intelligence americana, anche le interferenze elettorali, perché l’obiettivo di Pechino è «mettere in disparte i critici della Cina e amplificare le divisioni sociali degli Stati Uniti» attraverso operazioni di influenza e disinformazione. Nella relazione si legge, infatti, che «anche se Pechino pone dei limiti a queste attività, individui che non sono sotto la sua diretta supervisione possono tentare di influenzare le elezioni che ritengono in linea con gli obiettivi di Pechino».



Si accende poi un faro su TikTok, app che il Congresso americano si prepara a vietare in Usa, a meno che l’attività non venga ceduta dalla cinese ByteDance. «Gli account TikTok gestiti da un braccio di propaganda [cinese] avrebbero preso di mira i candidati di entrambi i partiti politici durante il ciclo elettorale statunitense di metà mandato nel 2022», sostiene l’intelligence Usa nella relazione. A questo punto si avverte: il governo cinese potrebbe «provare a influenzare in qualche modo le elezioni statunitensi del 2024».



I TIMORI SUGLI “STRANI” ACQUISTI DELLA CINA IN USA

Peraltro, il direttore dell’FBI Christopher Wray durante l’audizione di ieri ha lanciato un allarme riguardo l’acquisto della Cina di terreni in Usa, definendolo «un rischio» e sottolineando la preoccupazione, perché si tratta di zone vicine a installazioni militari, infrastrutture critiche. Nel documento, però, si rimarcano le difficoltà del presidente cinese Xi Jinping. «La commistione tra minacce alla sicurezza interna ed estera» sta «minando la posizione e l’immagine» della Cina di Xi Jinping all’estero, «riducendo la capacità di Pechino di influenzare la percezione globale e di raggiungere i propri obiettivi». Si cita, a tal proposito, l’approccio duro di Pechino nei confronti del presunto separatismo nello Xinjiang, a Hong Kong e in Tibet, così pure la repressione religiosa e del dissenso in Cina, che «hanno generato critiche diffuse a livello globale sulle violazioni dei diritti umani e sulle interferenze extraterritoriali della Cina».



“GOVERNO DI NETANYAHU POTREBBE CADERE”

Per quanto riguarda la guerra a Gaza, l’intelligence Usa ribadisce che Israele è concentrata nella distruzione di Hamas, «che la popolazione sostiene ampiamente». Ma il documento, che comprende le opinioni di tutte le agenzie di spionaggio americane, lancia un allarme, visto che gli americani ritengono che Israele non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di eliminare completamente Hamas. Le prospettive non sono incoraggianti. «Probabilmente dovrà affrontare una persistente resistenza armata da parte di Hamas per gli anni a venire», osserva l’intelligence Usa nella sua relazione annuale. Inoltre, l’esercito di Israele «faticherà a neutralizzare l’infrastruttura sotterranea di Hamas, che permette ai ribelli di nascondersi, recuperare le forze e sorprendere le forze israeliane».

Un’analisi che non farà piacere al primo ministro Benjamin Netanyahu, anche perché la sua leadership: «La vitalità di Netanyahu come leader e la sua coalizione di governo, composta da partiti di estrema destra e ultraortodossi che hanno perseguito politiche dure sulle questioni palestinesi e di sicurezza, potrebbero essere in pericolo». Dunque, il governo israeliano potrebbe cadere. «La sfiducia nella capacità di Netanyahu di governare si è approfondita e ampliata nell’opinione pubblica, rispetto ai livelli già elevati di prima della guerra, e ci aspettiamo grandi proteste per chiedere le sue dimissioni e nuove elezioni». Per gli 007 americani «un governo diverso e più moderato è una possibilità».