Frizioni continue tra Cina e Hong Kong, destinate ad aumentare nelle prossime ore a causa dell’annuncio del Governo di Pechino relativo all’avvio di un processo teso all’applicazione unilaterale delle leggi inerenti alla sicurezza nazionale. Come riferito da numerosi quotidiani del Paese orientale, Zhnag Yesui, portavoce dell’assemblea legislativa cinese, ha asserito che la misura sarà adottata per sedare “i moti secessionisti, le interferenze straniere e il terrorismo presenti in queste settimane a Hong Kong”. Essa dovrebbe prevedere la censura e lo stop a tutte le manifestazioni. Per inquadrare al meglio la vicenda, è opportuno ricordare come Hong Kong, sin dalla stagione estiva 2019, sia stata oggetto di movimenti antigovernativi, con attivisti e manifestanti che hanno rivendicato a più riprese il proprio diritto alla democrazia e sono scesi letteralmente nelle strade e nelle piazze per protestare apertamente contro il Partito Comunista. Da tali tensioni ha visto la luce una fazione che sta chiedendo sempre più a gran voce l’indipendenza della città dalla centralità pechinese.
CINA, LEGGE ANTI-SOVVERSIONE PER HONG KONG: CITTADINI RIVENDICANO AUTONOMIA
Detto di queste frizioni fra la Cina e Hong Kong e sull’intenzione delle autorità di Pechino di emanare una legge anti-sovversione utile a contenere le ribellioni crescenti nell’ex colonia britannica, giova ricapitolare ulteriormente la storia dell’ex colonia britannica, sotto il controllo diretto della Cina dal 1997, ma con una condizione ben specificata: le deve essere riconosciuto un grado di autonomia elevato sino al 2047. Per questa ragione, in città, sono germogliati e si sono espansi rapidamente i focolai di protesta: la gente del posto ritiene che siano stati prevaricati i propri diritti. Stando a quanto prevede la Legge fondamentale di Hong Kong, la sicurezza nazionale dovrebbe essere regolamentata attraverso le leggi emanate dalla città stessa. Ora, c’è da capire quale potrà essere il finale di questa rovente vicenda, che, per giunta, vanta un precedente, risalente a 17 anni fa: era il 2003 e le proteste di massa, in tutto e per tutto analoghe a quelle odierne, indussero Pechino a ritirare la proposta di legge anti-sovversione e a fare così dietrofront.