Prosegue la corsa della Cina verso il primato nella produzione di energia atomica, tanto da valersi il titolo di ‘crociata’, dettata anche dalle imposizioni climatiche che vogliono sempre più una produzione energetica ad alta sostenibilità ambientale. La prima centrale nucleare cinese risale al 1981 e ad oggi ha 30 reattori in costruzione. Come riporta Bloomberg, se Pechino procede spedita come pare, entro il 2030 potrà superare la Francia e gli Usa.
La Cina negli ultimi tempi sta investendo nella ricerca spendendo miliardi in reattori di ultima generazione. Gli investimenti sarebbero di gran lunga superiori rispetto a quanto spendono perfino gli Stati Uniti. Tra questi possiamo citare il Linglong One, gestito dalla China National Nuclear Power Co, che dovrebbe essere pronto entro il prossimo anno. Si tratterebbe dell’unico piccolo reattore modulare approvato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica fino ad oggi.
ENERGIA ATOMICA: LA CINA È 10-15 ANNI AVANTI RISPETTO AGLI USA
Stephen Ezell, vicepresidente per la politica dell’innovazione globale presso l’Information Technology & Innovation Foundation di Washington, DC, ha dichiarato di recente che la Cina è probabilmente 10-15 anni avanti rispetto agli Stati Uniti nella sua capacità di diffondere reattori nucleari di quarta generazione su larga scala.
Non a caso Pechino solo pochi mesi fa ha presentato una società nazionale progettata per accelerare lo sviluppo della fusione nucleare, manifestando ufficialmente di unirsi alla corsa per sviluppare energia quasi illimitata senza emissioni di carbonio, e al contempo senza che vi fosse pericolo di fusione, perché non comporta una reazione a catena che può sfuggire al controllo. La quota del paese di tutti i brevetti nucleari è aumentata dall’1,3% al 13,4% dal 2008 al 2023. Nelle domande di brevetto per la fusione nucleare, tuttavia, è in testa.