Stefano Stefanini, già rappresentante dell’Italia presso la Nato ed ex consigliere diplomatico del presidente Napolitano, ai microfoni de “Il Messaggero” ha rivelato che la proposta di pace di Wang Yi, capo della diplomazia della Cina, potrebbe essere l’asso nella manica per metter fine alla guerra. “La novità importante è il rispetto della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina – ha spiegato l’ambasciatore –. In qualsiasi modo la
proposta venga poi tradotta in pratica, implica la possibilità di contestare le annessioni russe”.



Stefanini ha poi precisato che “bisognerà vedere come la proposta sarà formulata, ma comunque allontana la Cina dalle posizioni russe. Ce lo auguravamo da mesi ed è il senso del messaggio consegnato a Wang Yi nella sua visita a Roma: usare l’influenza di Pechino per arrivare alla pace”. Importante anche il no al nucleare che giunge dal Paese del Dragone: “Non è una novità, ma è significativo che sia indicata esplicitamente anche rispetto alle armi batteriologiche e chimiche, perché queste ultime sono state usate in Siria dal regime di Assad con l’avallo dei russi. La mossa di Pechino sembra essere un grande passo in avanti e un cambiamento rispetto alla neutralità osservata finora”.



STEFANINI: “LA RUSSIA POTREBBE RICORRERE AD ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA. DARE JET A ZELENSKY SE…”

Nel prosieguo dell’intervista, l’ambasciatore Stefanini ha evidenziato che, a suo parere, la Russia potrebbe ricorrere ad armi di distruzione di massa, per esempio alle armi nucleari tattiche, se si trovasse in difficoltà e la guerra entrasse nei suoi confini territoriali. In tal senso,Mosca potrebbe considerare già superato il limite se vedesse minacciata una conquista che considera definitiva come la Crimea. Potrebbe decidere di difenderla con tutti i mezzi”.



Intanto, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, chiede i jet: “Se la fornitura di velivoli diventa indispensabile per fermare la guerra, bisogna darglieli – ha concluso Stefanini –. L’addestramento richiede molto più tempo che sui carri armati e decidere oggi di dare i jet sarebbe un segnale psicologico a Putin: puoi continuare la guerra quanto vuoi, troverai altra resistenza, perché noi già ci impegniamo a dotare gli ucraini di mezzi che tra un anno saranno pronti. In ogni caso, la guerra “sarà lunga, finché questa novità di un’eventuale effettiva azione di pace cinese non comincerà a produrre i suoi effetti, ma prima dovrà giocarsi il dramma dell’offensiva che i russi stanno preparando”.