Oltre la metà delle emissioni urbane di gas serra del mondo proviene da 25 mega-città, 23 delle quali si trovano in Cina. E’ quanto emerge da uno studio svolto dai ricercatori della Sun Yat-sen University, i quali per la prima volta hanno registrato i livelli di emissione di gas serra di 167 città situate in tutto il mondo. I ricercatori dell’ateneo cinese hanno messo in luce come proprio il Dragone rappresenti lo Stato più inquinante al mondo. Nell’elenco delle megalopoli che producono più emissioni urbane spiccano Handan, Suzhou, Dalian, Pechino e Tianjin in Cina. Ma anche Tokyo, in Giappone, non può essere considerata un esempio da seguire e lo stesso si può dire per Mosca, in Russia. Invertire la rotta sarà una sfida non da poco per il presidente cinese Xi Jinping, impegnatosi a limitare le emissioni di carbonio entro il 2030 e a raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2060 come parte del suo impegno per l’accordo di Parigi. Se il numero uno cinese vorrà rispettare gli accordi, la transizione dal carbone alle energie rinnovabili dovrà subire una profonda accelerazione. Si pensi che ad oggi la Cina gestisce ben 1.058 centrali elettriche a carbone, pari a più della metà dell’intera capacità mondiale.
GAS SERRA, AUMENTANO EMISSIONI A VENEZIA
L’autore dell’articolo e ricercatore in gestione ambientale urbana Shaoqing Chen della Sun Yat-sen University di Guangzhou ha spiegato che le città, sebbene coprano soltanto il 2% circa della superficie totale della Terra, sono le principali responsabili della crisi climatica: “Oggi, più del 50 per cento della popolazione mondiale risiede nelle città”, ha detto lo studioso, Si dice che le città siano responsabili di oltre il 70% delle emissioni di gas serra e condividono una grande responsabilità per la decarbonizzazione dell’economia globale. Gli attuali metodi di inventario utilizzati dalle città variano a livello globale, rendendo difficile valutare e confrontare i progressi della mitigazione delle emissioni nel tempo e nello spazio“. Il dottor Chen e i suoi colleghi, come riportato dal Daily Mail, in un primo momento hanno condotto inventari delle emissioni di gas serra a livello di settore di 167 città di 53 paesi diversi in tutto il mondo. Ogni città è stata scelta per la sua rappresentatività in termini di dimensione urbana e distribuzione regionale. In un secondo momento i ricercatori hanno valutato l’andamento degli sforzi di ciascuna città per ridurre la propria impronta di carbonio mettendo a confronto i cambiamenti nei livelli di emissione dal 2012 al 2016 con i target dichiarati di mitigazione del carbonio a breve, medio e lungo termine. E’ emerso che le città con alti livelli di emissione di gas serra si possono trovare sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, ma megalopoli come Shanghai e Tokyo sono particolarmente responsabili delle emissioni. Le maggiori riduzioni sono state riscontrate a Oslo, Houston, Seattle e Bogotá. Di contro i maggiori incrementi delle emissioni pro capite durante il periodo di studio sono stati registrati a Rio de Janeiro, Curitiba, Johannesburg e Venezia.
GAS SERRA, I CONSIGLI DEGLI SCIENZIATI
Sulla base dei dati studiati, il team ha proposto tre raccomandazioni politiche. Come riportato da Dagospia, in primo luogo, il dott. Chen ha detto: “I settori chiave che emettono emissioni dovrebbero essere identificati per strategie di mitigazione più efficaci e mirati. Per esempio, dovrebbero essere valutate le differenze nei ruoli che l’uso fisso dell’energia, i trasporti, l’uso energetico domestico e il trattamento dei rifiuti svolgono per le città“. In secondo luogo, ha proseguito l’esperto, le politiche urbane di riduzione dei gas serra devono essere monitorate con inventari delle emissioni metodologicamente coerenti. “Oggi, più del 50 per cento della popolazione mondiale risiede nelle città“, ha spiegato. Infine, ha detto il dott. Chen, “le città dovrebbero fissare obiettivi di mitigazione più ambiziosi e facilmente rintracciabili. Ad un certo punto, l’intensità di carbonio è un utile indicatore che mostra la decarbonizzazione dell’economia e fornisce una migliore flessibilità per le città in rapida crescita economica e aumento delle emissioni. Ma a lungo termine, il passaggio da obiettivi di mitigazione dell’intensità a obiettivi di mitigazione assoluti è essenziale per raggiungere la neutralità del carbonio globale entro il 2050“.