La sinologa Marie Holzman, nel corso di una intervista a Le Figaro, ha parlato della situazione in cui si trova da tre anni la Cina a causa della pandemia di Covid-19. “Xi Jinping ha sottoposto la popolazione a tortura, quasi alla reclusione. Le conseguenze del lockdown sono state tragiche. Del resto, non c’è mai stato lo “zero Covid”, nonostante il nome fuorviante di questa politica. La prova è che è l’emergenza si è ripresentata nel tempo”, ha affermato.



Le responsabilità della drammaticità dello scenario sarebbero del Governo. “Xi Jinping si è circondato di una cricca di persone sotto il suo controllo e ha licenziato tutte quelle competenti. Il suo regime è assolutamente totalitario. Ha preso tutte le leve del potere, arrogandosi tutti i titoli di leadership senza avere le competenze per assumersi queste responsabilità. Ora è arrivato ad un punto di non ritorno: sta raggiungendo la fine delle sue possibilità e probabilmente assisteremo a un graduale collasso del sistema”, ha evidenziato l’esperta.



“Cina sotto tortura Covid”. Le rivelazioni di Marie Holzman

La politica cosiddetta “zero Covid” in Cina non avrebbe dunque fatto altro che mettere in ginocchio la popolazione, senza risolvere il problema delle infezioni. “La popolazione è terrorizzata, teme di morire e si è precipitata a comprare il paracetamolo, tanto che ora c’è carenza. Nessuna cifra fornita dal Governo è attendibile. Alcuni comuni sono più autonomi e forniscono numeri che danno un’idea dell’entità del contagio. Qingdao, ad esempio, ha 500 mila casi al giorno”, ha rivelato la sinologa Marie Holzman. Lo stesso vale per i morti: “Non sappiamo quanti sono, tutti i dati sono falsi. Gli obitori e i crematori sono stracolmi”.



È per questo motivo, secondo l’esperta, che alla riapertura dei voli internazionali, la comunità cinese sta espatriando. “Chi ha risparmi o famiglia all’estero scappa semplicemente. I leader cinesi hanno sempre messo le loro fortune all’estero. Ora ci sono interi villaggi di cinesi della classe media a Malta e Cipro. Stanno cercando dove sistemare le loro famiglie per superare questo momento difficile. È un segno di sfiducia nel potere”, ha concluso.