La Cina sta cercando di reclutare ex membri delle forze armate tedesche (Bundeswehr) ed ex agenti dell’intelligence. Lo rivela Welt am Sonntag, spiegando che è uno dei motivi per il quale il Gruppo parlamentare di controllo (PKGr) del Bundestag si è riunito in segreto e a sorpresa in una dichiarazione pubblica ha chiesto linee guida più severe per i dipendenti pubblici che passano da settori rilevanti per la sicurezza del servizio pubblico al settore privato. In particolare, ritiene che le attività svolte per uno Stato straniero dovrebbero essere considerate automaticamente una violazione del dovere di riservatezza per quei «funzionari pubblici con conoscenze rilevanti per la sicurezza». Fonti vicine alle autorità di sicurezza tedesche, citate dal giornale sopracitato, affermano che il regime di Pechino è molto interessato alle informazioni operative e tattiche provenienti dall’Occidente. Inoltre, la Cina sta cercando di reclutare piloti della NATO. L’obiettivo è quello di esercitarsi nel combattimento contro gli aerei occidentali. Il reclutamento avviene spesso anche tramite scuole di volo all’estero.
Gli sforzi cinesi sono noti anche in altri Paesi occidentali. Ad esempio, il ministero della Difesa britannico nell’ottobre dello scorso anno ha rivelato che fino a 30 ex piloti di caccia avevano addestrato colleghi cinesi in passato, talvolta ricevendo uno stipendio annuale di circa 275mila euro. Non c’è stata alcuna violazione legale, ma le autorità hanno reagito nervosamente, infatti il Segretario di Stato presso il ministero della Difesa Uk, James Heappey, ha definito la Cina una potenza che opera «risolutamente contro gli interessi del Regno Unito» e ha annunciato una riforma della legge. Ne sa qualcosa anche l’Australia. Sempre nell’autunno del 2022, la polizia australiana ha arrestato un ex pilota di jet da combattimento statunitense su richiesta degli Stati Uniti. Anche lui avrebbe addestrato soldati cinesi in violazione dell’embargo sulle armi.
LE OMBRE SU UNA SCUOLA DI VOLO SUDAFRICANA
Per entrambe queste vicende è finita nel mirino una scuola di volo sudafricana, che viene usata dalla Cina come porta d’accesso al know-how e al personale occidentale. Stando a quanto riportato da Welt am Sonntag, si tratta della Test Flying Academy of South Africa (TFA-SA), che dal canto si difende, spiegando di aver «di non aver violato la legge e di non aver mai reclutato attivamente tutor che servivano nelle forze armate di uno Stato della Nato». D’altra parte, due documenti della scuola di volo, a disposizione del giornale tedesco, dimostrano che la TFASA attribuisce grande importanza all’esperienza Nato dei suoi istruttori di volo. Infatti, si legge, ad esempio, che tutti i piloti collaudatori sono «ex piloti militari con una vasta esperienza operativa». La TFASA impiega anche piloti d’attacco addestrati militarmente e l’addestramento è condotto secondo «gli standard di addestramento della NATO». Inoltre, gli istruttori hanno esperienza con gli Eurofighter, il jet britannico BAE Hawk e l’elicottero Boeing Apache. Secondo i media britannici, la Cina non interessata all’addestramento su mezzi occidentali, ma all’addestramento tattico da parte di piloti occidentali esperti.
“PERICOLO CHE COMPETENZE E CONOSCENZE SIANO A DISPOSIZIONE DI REGIMI AUTORITARI O DI CRIMINALI”
Welt am Sonntag è riuscito a individuare un ex pilota dell’esercito tedesco che in passato ha lavorato per la scuola di volo sudafricana come istruttore di piloti di elicotteri cinesi. L’uomo, che è stato istruttore di volo dell’aeronautica tedesca per circa 20 anni, è stato inviato per la prima volta in Sudafrica nel 2003. Nel 2021 ha dichiarato ad una rivista di piloti di aver addestrato lì quattro piloti cinesi, ma quando il giornale tedesco lo ha interpellato si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni. La vicenda è tutt’altro che recente, ma ora le percezione del rischio in Germania è cambiata, probabilmente anche alla luce dei nuovi scenari geopolitici per la guerra in Ucraina. Per questo il PKGr mette in luce il pericolo «che le competenze e le conoscenze acquisite nel corso del servizio possano essere messe a disposizione di regimi autoritari o di organizzazioni criminali». Ciò potrebbe causare «conflitti di interesse che potrebbero avere un impatto rilevante sugli interessi della politica di sicurezza della Germania». Eppure, almeno per ora, il ministero federale della Difesa non ritiene necessario intervenire.