La Cina sta studiano il piano anti sanzioni della Russia da mettere in atto in caso di prossima invasione di Taiwan, una mossa che inevitabilmente comporterà misure restrittive economiche da parte degli Stati Uniti. Secondo quanto rivelato in un articolo esclusivo del Wall Street Journal, alcuni funzionari cinesi avrebbero già tenuto una serie di incontri a Mosca, durante i quali sono stati prodotti rapporti dettagliati in merito alla strategia elusiva messa in atto dal Cremlino, che ha permesso dall’inizio del conflitto in Ucraina, di proseguire le attività di export e commercio nonostante i blocchi occidentali.
Soprattutto concentrandosi sui metodi alternativi di trasporto di petrolio attraverso le cosiddette “compagnie fantasma“, che finora hanno garantito alla Russia di continuare la vendita delle materie prime passando attraverso altri canali e differenziando la catena di approvvigionamento. Questo confermerebbe anche il rafforzamento della cooperazione Russia-Cina in vista dei prossimi sviluppi geopolitici in base all’andamento dei conflitti in corso, per prepararsi ad ogni scenario, anche quello più estremo.
Cina, piano anti sanzioni occidentali della Russia: nuova collaborazione in vista dell’invasione a Taiwan
Nuova cooperazione Cina-Russia contro le sanzioni occidentali, il governo di Xi Jinping sta mettendo in atto una strategia che prevede lo studio di un piano dettagliato in collaborazione con Mosca, per eludere eventuali misure dell’occidente in vista di una invasione a Taiwan. Gli incontri tra funzionari cinesi ed esponenti dell’area finanziaria del Cremlino, secondo quanto pubblicato dal Wall Street Journal, avrebbero già portato alla stesura di vari rapporti, nei quali si stanno studiando le azioni da mettere in atto per aggirare le restrizioni sulle esportazioni che Washington potrebbe approvare per colpire l’economia di Pechino.
Questo prevede un gruppo di studio sull’andamento della guerra in Ucraina e sui meccanismi che hanno finora permesso alla Russia di continuare le esportazioni di petrolio e di materie prime riducendo l’impatto economico del blocco occidentale. Come ha sottolineato il quotidiano statunitense, questo non deve essere interpretato come una imminente possibilità di una invasione a Taiwan, anche se recentemente sono aumentate le richieste di supporto da parte di esponenti politici dell’isola nei confronti del governo Usa, per prevenire un conflitto e mantenere l’indipendenza.