Il presidente della federazione russa, Vladimir Putin, non vede alcuna possibile guerra all’orizzonte per risolver la questione Cina-Taiwan. Secondo lo stesso, infatti, Pechino è in grado di riunificare la nota isola del Mar Cinese senza utilizzare la forza. “Penso che la Cina non abbia bisogno di usare la forza – le sue parole rilasciate ai microfoni di Cnbc – è un’enorme economia potente e, in termini di parità di acquisto, è la numero uno al mondo davanti agli Usa. Aumentando questo potenziale economico è in grado di realizzare i suoi obiettivi nazionali. Non vedo alcuna minaccia”.



Russia quindi che ribadisce il proprio appoggio alla Cina, così come confermato anche dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov, che durante un’intervista rilasciata martedì scorso, come si legge Repubblica, aveva confessato: “Per noi, come per la stragrande maggioranza degli altri Paesi, l’isola appartiene alla Cina. E questa è la premessa da cui procediamo e continueremo a procedere nella nostra politica al riguardo”. Il presidente cinese Xi Jinping ha fatto sapere la scorsa settimane le intenzioni della sua nazione di riportare la famosa “isola ribelle” sotto il controllo di Pechino ma attraverso l’utilizzo di mezzi pacifici, assicurando che l’obiettivo sarebbe stato raggiunto. Ovviamente non è d’accordo Taiwan, come si è capito chiaramente dalle parole della presidente della Repubblica di Cina, Tsai Ing-wen, che rispondendo domenica scorsa al presidente Xi ha fatto sapere che il suo governo rafforzerà le sue capacità militari per “dimostrare la nostra determinazione a difenderci”.



PUTIN PARLA DELLA QUESTIONE CINA-TAIWAN, E SUL MAR CINESE AGGIUNGE…

Putin si è espresso anche sulle tensioni nel mar Cinese meridionale, rivendicato quasi al 90 per cento dalla Cina stessa: “Per quanto riguarda il mar Cinese meridionale, sì, ci sono alcuni interessi contrastanti e contraddittori, ma la posizione della Russia si basa sul fatto che dobbiamo fornire un’opportunità a tutti i Paesi della regione, senza interferenze da parte delle potenze non regionali, per avere una conversazione adeguata basata sulle norme fondamentali del diritto internazionale”.

Quindi ha aggiunto e concluso: “Dovrebbe essere un processo di negoziazione, è così che dovremmo risolvere qualsiasi controversia, e credo che ci sia un potenziale per questo, ma finora non è stato pienamente utilizzato”.