In Cina i giovani appartenenti all’ultima generazione credono che sia quella “più sfortunata” dagli anni ’80 ad oggi. Il motivo? La politica zero Covid attuata dal Governo, che ha creato non pochi problemi, tanto da arrivare a rovinare la vita ai più piccoli. Una situazione molto diversa rispetto a quella di due anni fa, quando, come rivela il New York Times, i cinesi si vantano di abitare in uno dei paesi migliori al mondo, al punto che avevano lanciato sui social network l’hashtag AmazingCina. Adesso, invece, si ritrovano a vivere un vero e proprio incubo.
Le libertà sono sempre più ridotte: lockdown durissimi impediscono alle persone di uscire di casa, anche a fronte di pochi casi di positività al virus, e impongono loro di sottoporsi periodicamente a tamponi e test. Ma c’è di più. La popolazione è monitorata anche nelle rispettive abitazioni. Gli addetti al controllo della pandemia irrompono negli appartamenti per spruzzare disinfettante, uccidono gli animali domestici se ritengono che possano essere contagiosi e richiedono ai residenti di lasciare il chiavi nelle serrature delle porte per entrare in qualsiasi momento.
Cina, ultima generazione è la “più sfortunata” da anni ’80: le testimonianze
La drammatica situazione della Cina non si limita comunque soltanto alla politica zero Covid attuata. Ogni aspetto della vita è regolamentato dalle leggi. Il Governo spinge le coppie a sposarsi e a fare il maggior numero di figli possibili al più presto per ringiovanire la popolazione, che è tra quelle con l’età media più alta al mondo. Trovare lavoro nell’ultimo periodo, inoltre, è diventato impossibile. La censura è serrata e la politica è opprimente. I giovani tra i 20 e i 30 anni sono disperati per il loro futuro.
Le testimonianze degli appartenenti all’ultima generazione della Cina, che ritengono che la loro sia la “più sfortunata” dagli anni ’80 ad oggi, sono state raccolte dal New York Times. La maggior parte dei giovani auspica ad emigrare al più presto per un futuro migliore. “Non sopporto il pensiero che dovrò morire in questo posto”, ha detto Cheng Xinyu, una scrittrice di 19 anni. “Mi piacciono i bambini, ma non oso averli qui perché non sarò in grado di proteggerli”.