La Cina, secondo quando ha scoperto il Wall Street Journal, avrebbe raggiunto un accordo con il governo di Cuba per costruire sull’isola alle porte degli Stati Uniti una base di spionaggio segreta e protetta. Una circostanza che avrebbe acceso parecchie preoccupazioni all’interno della Casa Bianca soprattutto per il potenziale militare che la base potrebbe avere. Non si conoscono nello specifico i dettagli dell’accordo tra Cina e Cuba, attualmente secretato, ma sembra certo che il governo cinese sia stato costretto a pagare diversi miliardi di dollari a L’Avana, che da tempo verso in condizioni economiche piuttosto disastrose. Non è chiaro, contestualmente, come la Casa Bianca interverrà in merito a questa questione, ma sicuramente un qualche provvedimento sarà preso.
La base della Cina a Cuba e le preoccupazioni della Casa Bianca
A parlare dell’accordo tra Cina e Cuba per la costruzione della base di spionaggio segreta con il Wall Street Journal sarebbero stati alcuni funzionari statunitensi a conoscenza della questione, che hanno anche dato eco alle preoccupazioni della Casa Bianca. Di fatto, la ragione per cui Washington si sentirebbe insicura riguarda la grande vicinanza di Cuba dalle coste sud degli Stati Uniti, che di fatto sarebbero potenzialmente minacciate da un eventuale rischio spionaggio.
Concretamente, i funzionari ritengono affidabile l’informazione sull’accordo tra Cina e Cuba, ma non sarebbero a conoscenza degli obiettivi di Pechino, né delle funzioni che la base assolverà. Si tratterà, quasi certamente, di un insediamento militare, o con elevate capacità militari, dal quale Pechino potrebbe condurre attività di intelligence dei segnali, ovvero di captazione delle informazioni in uscita ed in entrata nei paraggi del sito. Secondo i funzionari questo permetterebbe, insomma, alla Cina di avere accesso alle comunicazioni di tutto il sud-est degli Stati Uniti, in cui si trovano anche diverse basi militari importanti. Inoltre, il governo cinese avrebbe anche un controllo diretto sulle missioni e spedizioni navali dall’America. Né l’ambasciata cinese a Washington, né quella di Cuba, avrebbero accettato di rispondere alle domande del Wall Street Journal, mantenendo il riserbo sulla base di spionaggio.