Fa discutere la decisione della Cina di lanciare la sperimentazione di un nuovo vaccino (il CoronaVac) su centinaia di migliaia di persone prima che siano completati tutti gli studi scientifici: il Governo di Pechino nei giorni scorsi ha dato il via libera alla Sinovac Biotech – l’azienda farmaceutica che, tra le altre, sta portando avanti i test sul vaccino anti-Covid-19 – di inoculare le prime dosi in primis ai dipendenti della stessa ditta, poi alle loro famiglie e conoscenti. Il portavoce dell’azienda cinese, Liu Peicheng, ha spiegato ai quotidiani di regime a Pechino che «ai circa 3mila dipendenti e alle loro famiglie è stato offerto il farmaco su base volontaria». Si stima che la linea di produzione del vaccino Sinovac abbia capacità di produzione annusare per quasi 300 milioni di dosi, con le operazioni di fatto già cominciate alla fine del mese scorso.



CINA, POLEMICHE SUL VACCINO

Nei giorni della ripresa delle somministrazioni in Europa sul vaccino AstraZeneca, non mancano ovviamente le polemiche fuori dalla Cina sulle sperimentazioni “volontari” su dipendenti della stessa azienda che produce il vaccino, per di più prima della fine completa di tutti gli studi scientifici: l’ingresso del CoronaVac sul mercato di massa è subordinato ovviamente ai risultati di queste ultime sperimentazioni, ma lo stesso ad di Sinovac Biotech, Yin Weidong, ha detto si aspettarsi che l’utilizzo ufficiale venga approvato entro la fine del 2020. Come spiega l’Agi, lo scorso luglio la Cina ha approvato l’uso di emergenza di particolari vaccini per i gruppi ritenuti ad alto rischio di esposizione: si parla ad esempio di funzionari di frontiera e personale medico, con Pechino che è stata la prima città del Paese ad avviare il programma di utilizzo di questi vaccini “sperimentali”. Il vaccino Sinovac è stato così somministrato anche a decine di migliaia di persone compresi i lavoratori del mercato alimentare di Xinfadil, protagonisti dell’ultima vera grande epidemia di coronavirus lo scorso giugno nella Capitale.

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