La Cina starebbe valutando di partecipare a una eventuale missione di pace in Ucraina: lo riporta il quotidiano tedesco Welt am Sonntag, facendo riferimento ad ambienti diplomatici dell’Unione europea che hanno familiarità con la questione. Pare che i diplomatici cinesi a Bruxelles abbiano sondato il terreno per capire se per gli europei sarebbe fattibile e pure auspicabile, trovando un’apertura. Infatti, il coinvolgimento della Cina nella cosiddetta “coalizione dei volenterosi“, per gli ambienti diplomatici europei, potrebbe aumentare probabilmente la disponibilità della Russia ad accettare truppe di pace in Ucraina. D’altra parte, le stesse fonti definiscono “delicata“.
Il Regno Unito dal canto suo auspica il coinvolgimento di oltre 30 Paesi, in varie forme, alla coalizione dei volenterosi, infatti da settimane il premier britannico Keir Starmer sta cercando di coordinare gli alleati europei per un ulteriore sostegno a Kiev, infatti lui e Macron hanno organizzato diversi incontri a Londra e Parigi nelle ultime settimane. Invece, gli Stati Uniti terranno nuovamente colloqui con Russia e Ucraina per arrivare a un cessate il fuoco.
PERCHÉ LA QUESTIONE È DELICATA PER LA CINA
Ma l’ipotesi che la Cina possa inviare una forza di pace in Ucraina in caso di tregua è complessa per vari motivi. In primis, Ucraina e Russia dovrebbero accettare la presenza cinese, poi c’è la questione dell’inserimento in un contingente europeo. Il fatto che il ministero degli Esteri cinese non abbia voluto commentare le voci che stanno circolando in questi giorni sembrerebbero suggerire che Pechino stia valutando davvero l’ipotesi, ma anche se la Cina non è estranea a operazioni di questo tipo, ci sono diversi ostacoli da affrontare.
Li ha spiegati il ricercatore ISEAS Lye Liang Fook sulle colonne di Think China, spiegando che di solito la Cina partecipa a operazioni con l’autorizzazione delle Nazioni Unite, uno scenari improbabile nel caso della guerra in Ucraina, perché una forza autorizzata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu sarebbe un’ammissione dell’errore commesso dalla Russia nell’invasione dell’Ucraina.
Altro aspetto da non sottovalutare è rappresentato dalla mancata condanna da parte della Cina all’invasione, anche se Pechino ha esortato entrambe le parti a risolvere le loro divergenze con negoziati, avanzando anche delle proposte in merito, che però sono state respinte da Kiev. La Cina è tra l’altro tra i fornitori della Russia nella guerra, per questo è ritenuto altamente improbabile che Kiev acconsenta allo stazionamento di forze di pace cinesi sul suolo ucraino.
IL REBUS AMERICANO
Servirebbe poi il consenso degli Usa, in particolare di Trump, secondo cui è però l’Europa a dover assumere un ruolo centrale nella garanzia della sicurezza a lungo termine dell’Ucraina. Ci sarebbero funzionari americani aperti all’ipotesi del coinvolgimento di Paesi non europei, come Cina appunto e Brasile, per rendere le forze di pace più equilibrate e appetibili per Putin, ma non è chiaro se si tratti di una posizione ufficiale o di una proposta avanzata solo per portare Mosca al tavolo dei negoziati.
Di sicuro la presenza cinese avrebbe peso e valore, ma nell’ottica di Pechino non sarebbe positiva con il coinvolgimento degli americani. “La forza di pace cinese, se dispiegata, potrebbe essere percepita come ‘di secondo piano’, poiché sarebbe sotto la ‘protezione generale’ degli Stati Uniti. Questa percezione potrebbe non essere gradita a Pechino, che si considera una grande potenza più che in grado di garantire la propria sicurezza“, scrive l’esperto. Probabilmente il contingente europeo sarebbe guidato da un comandante europeo con attiva una linea di collegamento con gli americani, ma “in questo contesto, è difficile immaginare come potrebbe inserirsi una forza di pace cinese“.
I RISCHI “INTERNI” PER LA CINA
Finora la Cina ha operato al di fuori di coalizioni guidate dagli Usa, contribuendo comunque agli sforzi dell’Onu in alcune zone. “Pechino potrebbe non vedere di buon occhio l’idea di un contingente cinese che prende ordini da un comandante europeo, in quanto potrebbe evocare il ricordo degli anni di umiliazione nazionale che la Cina ha subito in passato per mano delle potenze occidentali“, aggiunge il ricercatore.
Inoltre, Mosca potrebbe percepire Pechino come una forza allineata all’Occidente, compromettendo gli sforzi di entrambi i Paesi per avvicinarsi. Potrebbero avere un peso anche le critiche interne sul coinvolgimento di soldati cinesi in un territorio occidentale, soprattutto in una fase in cui si chiede di fare di più per l’economia nazionale.
“A meno che questi fattori non vengano affrontati in qualche modo, sarà difficile prevedere che la Cina impegni truppe di pace in Ucraina“, la conclusione di Lye Liang Fook, secondo cui lo scenario più probabile è che la Cina aiuti l’Ucraina nei suoi sforzi di ricostruzione una volta deposte le armi, ad esempio mandando aiuti umanitari, nelle operazioni di sminamento e costruzione di infrastrutture, nella formazione, nel commercio e con investimenti.