In Cina adesso è vietato mangiare carne di cane o gatto, che da ora in poi non potranno più essere considerati cibo. La svolta del governo cinese è stata annunciata dal ministero dell’Agricoltura e degli Affari rurali, che ha diffuso una nuova lista delle specie animali terrestri che per legge sono edibili, ovvero destinabili al consumo alimentare umano: per la prima volta gli animali d’affezione per antonomasia del mondo occidentale sono fuori dalla lista.
Dunque cani e gatti non potranno più essere venduti nei mercati e tanto meno essere macellati e cucinati, probabilmente la diffusione del Coronavirus ha messo lo zampino in questa decisione. Nella lista restano altre 18 specie che vanno da quelli che anche da noi sono tradizionalmente considerati animali da carne — suini, bovini, ovini e pollame — ad altri per noi più inconsueti, come il cammello o l’alpaca.
L’elenco comprende inoltre lo struzzo, la renna e animali selvatici come la selvaggina da caccia (i fagiani per esempio), ma anche la volpe argentata o il visone. La lista chiarisce che il termine “bestiame” si riferisce agli animali che “sono stati addomesticati e fatti riprodurre per lungo tempo” al fine di ottenere prodotti come carne, uova e pelliccia oppure per fini medicinali e militari. In questo concetto dunque non rientrano più in Cina cane e gatto.
CINA VIETA DI MANGIARE CARNE DI CANE E GATTO: IL COMMENTO DI MICHELA VITTORIA BRAMBILLA
La svolta della Cina, che ha vietato di mangiare carne di cane e gatto, è stata commentata con grande soddisfazione in Italia dall’onorevole Michela Vittoria Brambilla, storico volto dell’animalismo italiano, presidente dell’intergruppo parlamentare sui diritti degli animali e portavoce in Italia della Dog World Alliance, l’associazione internazionale fondata dal magnate sino-giapponese Genlin che si batte per il bando del consumo di carne di cane in tutto il mondo.
Così si legge sul Corriere della Sera: “È una svolta di portata storica — commenta con grande gioia l’on. Brambilla —. Se le autorità cinesi applicheranno coerentemente il principio introdotto dal ministero dell’Agricoltura, sarà la fine per il vergognoso Festival di Yulin (un evento annuale che celebra la carne di cane, ndR) e per quel che di questa barbara industria sopravvive in un Paese dove la stragrande maggioranza dei cittadini sostiene invece la tutela di questi animali”.
La stessa Brambilla ha depositato una proposta di legge per formalizzare il divieto di consumo di carne di cane e gatto in Italia: dalle nostre parti di certo non è una pratica diffusa, ma ancora manca un divieto ufficiale al quale punta la World Dog Alliance.