LA CINA CONTRO LE SANZIONI ALLA RUSSIA (MA PIÙ CAUTA)

Sono passati 5 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina e la posizione della Cina sul conflitto avviato dalla Russia è cambiato in parte per i “toni” utilizzati a livello diplomatico: dalla frenetica e spiazzante reazione iniziale del Ministero degli Esteri contro l’Occidente, «non è un’invasione quella in Ucraina ma giusta rivendicazione», ai toni più moderati usati stamane dove comunque permane il giudizio contrario di Pechino alle sanzioni di Nato e Ue contro Putin.



«La Cina si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia», ha sottolineato il portavoce del Ministero degli Esteri, Wang Wenbin, nel briefing con la stampa sul conflitto in Ucraina. Dal 2011 ad oggi sono state attuate più di 100 sanzioni contro il Cremlino, riferisce la Cina, «nel tempo tali sanzioni sono risultati strumenti non fondamentali ed efficaci per risolvere i problemi». Pechino chiede però si possa arrivare ad una soluzione pacifica il prima possibile, forse anche – come sottolineano diversi retroscena geopolitici in queste settimane – per preparare al meglio il vero obiettivo futuro della Cina, ovvero l’invasione-annessione della strategica isola di Taiwan (dove gli Usa hanno già fatto sapere che nel caso interverrebbero militarmente in difesa di Taipei).



LA FRECCIATA A PUTIN: “CALMA E RITEGNO SUL NUCLEARE”

«Pechino si sforzerà di spingere per una soluzione politica della questione Ucraina», spiega ancora Wang chiedendo che «l’integrità sovrana e territoriale di tutti i Paesi debba essere rispettata e che la Carta dell’Onu debba essere sostenuta». Il portavoce di Xi Jinping ha così sollecitato l’adozione in Europa «di un meccanismo di sicurezza equilibrato, efficace e sostenibile», evitando invece il pacchetto di sanzioni che ogni giorno cresce contro l’economia e le banche russe. «C’è un chiaro contrasto tra l’approccio cinese e le mosse di altri Paesi di creare e cercare di trarre vantaggio», è la frecciata finale lanciata da Pechino agli Stati Uniti, non disdegnando però una “tirata d’orecchi” anche all’alleato Putin, il che suggerisce una posizione più “neutra” sul conflitto ucraino di quanto non si potesse pensare (almeno pubblicamente): «La Cina segue da vicino l’evoluzione della situazione in Ucraina e sostiene tutti gli sforzi per placare la situazione e risolverla politicamente. La Cina ha preso nota delle osservazioni formulate dalle parti sulla questione nucleare. Le preoccupazioni legittime di tutti i paesi riguardo la questione della sicurezza europea devono essere prese seriamente. Tenendo conto dei cinque cicli di espansione della Nato verso l’est, i ragionevoli appelli della Russia in materia di sicurezza devono ricevere attenzione e risoluzione appropriate. Tutte le parti in causa devono restare calme e dare prova di ritegno per evitare una nuova escalation della situazione», ha concluso Wang Wenbin.

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