La Russia non ha chiesto alla Cina assistenza militare per la guerra in Ucraina. A smentire la notizia lanciata ieri dal Financial Times è Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri. “Recentemente, gli Usa hanno diffuso maliziosamente disinformazione contro la Cina. La posizione della Cina sulla questione ucraina è coerente e chiara. Abbiamo svolto un ruolo costruttivo nella promozione dei colloqui di pace”, ha dichiarato in conferenza stampa. La priorità assoluta per la Cina è che le tensioni vengano placate, “anziché gettare benzina sul fuoco”. Bisogna, dunque, lavorare “per una soluzione diplomatica piuttosto che aggravare ulteriormente la situazione”. Non una semplice smentita quella di Zhao Lijian, ma anche un’accusa agli Stati Uniti di inasprire la crisi.



Inoltre, le sanzioni vengono ritenute inefficaci. “Non sono mai mezzi efficaci per risolvere i problemi. La Cina si oppone a tutte le forme di sanzioni unilaterali e alla giurisdizione a lungo raggio degli Stati Uniti, e difenderà risolutamente i diritti e gli interessi legittimi delle aziende e degli individui cinesi”, ha proseguito Zhao Lijian. In merito alla proposta del primo ministro giapponese di riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina non è d’accordo: “Il Giappone ha fatto queste osservazioni quando gli Stati Uniti hanno illegalmente invaso l’Iraq e lanciato bombe sulla Repubblica Federale di Jugoslavia?”.



“CI SONO 30 LABORATORI USA IN UCRAINA”

A preoccupare la Cina anche le presunte attività militari biologiche in Ucraina. “Secondo le informazioni rilasciate ultimamente, decine di laboratori biologici in Ucraina sono gestiti sotto l’ordine del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, e gli Stati Uniti hanno investito più di 200 milioni di dollari nelle attività di questi laboratori”. Dunque, la Cina ritiene che gli studi Usa possano “creare un meccanismo per la diffusione occulta di agenti patogeni mortali”. Inoltre, il portavoce del ministero degli Esteri ha citato funzionari russi secondo cui sono stati individuati in Ucraina 30 laboratori biologici appartenenti agli Stati Uniti. “La distruzione di emergenza è stata effettuata sui relativi progetti, ma sono state trovate tracce di peste, antrace e altri agenti patogeni”. Quindi, ha ricordato l’invito dell’Oms a distruggere gli agenti patogeni ad alto rischio conservati nei laboratori di salute pubblica del paese.



Ciò lo spinge a lanciare una provocazione agli Stati Uniti: “Sostengono sempre di essere aperti e trasparenti. Dovrebbero essere all’altezza delle loro parole. Perché non rilasciano materiali dettagliati per dimostrare la loro innocenza? Per che cosa gli Stati Uniti hanno speso i 200 milioni di dollari? Che tipo di ricerche hanno condotto gli Stati Uniti su quali agenti patogeni? Cosa sta cercando di nascondere quando l’ambasciata statunitense in Ucraina ha cancellato tutti i documenti rilevanti sul suo sito web? Perché gli Stati Uniti insistono ad essere l’unico paese al mondo ad opporsi alla creazione di un meccanismo di verifica multilaterale, anche se sostengono di rispettare la Convenzione sulle armi biologiche (BWC)? Se gli Stati Uniti vogliono provare la loro innocenza, perché non aprono questi laboratori biologici alle indagini indipendenti di esperti internazionali?”.

“PREOCCUPATI PER ATTIVITA’ BIO-MILITARI USA”

Ma un giornalista della BBC gli ha fatto notare che in realtà i documenti sono ancora online e quando lo invita a controllare al momento riceve questa risposta lapidaria: “Ho appena chiarito la posizione della Cina”. Poi però incalzato dai giornalisti ha ammesso: “Ho visto alcuni link online”. Ci ha pensato allora un giornalista di Bloomberg a citare il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, da cui è emerso che non ci sarebbe alcuna arma biologica in Ucraina. La Cina però tira dritto. “La comunità internazionale è da tempo preoccupata per le attività bio-militari degli Stati Uniti. Questo è il motivo per cui la Cina ha chiesto agli Stati Uniti di rendere pubbliche le loro attività bio-militari in patria e all’estero, compresi i dettagli su Fort Detrick e i 336 laboratori biologici all’estero”.

Non manca nella replica di Zhao Lijian una frecciata anche per quanto riguarda le polemiche che hanno caratterizzato il dibattito sull’origine del Covid, sebbene non venga citato esplicitamente: “Per decenni, gli Stati Uniti puntano prontamente il dito contro gli altri e li accusano di inadempienza, dicendo che dovrebbero accettare la verifica e persino ricorrendo a sanzioni e operazioni militari. Tuttavia, quando si tratta degli stessi Stati Uniti, rifiutano la verifica e cercano di cavarsela dicendo semplicemente ‘siamo in conformità con la convenzione’. Come è possibile? Questo è il tipico doppio standard. Inoltre, data la credibilità degli Stati Uniti, è molto difficile per loro conquistare la fiducia della comunità internazionale”.

IL MONITO SUL FRONTE TAIWAN

Ma la Cina condanna anche l’acquisto da parte di Taiwan di un sistema di comunicazione di informazioni sul campo (FICS) dagli Stati Uniti. “Ci opponiamo fermamente alla vendita di armi statunitensi alla regione cinese di Taiwan, che viola gravemente il principio di una sola Cina e i tre comunicati congiunti Cina-USA, in particolare il comunicato del 17 agosto, interferisce negli affari interni della Cina e danneggia le relazioni Cina-USA, nonché la pace e la stabilità attraverso lo stretto di Taiwan”, la replica durissima di Zhao Lijian. Il portavoce del ministero degli Esteri ha invitato gli Stati Uniti a rispettare “il principio di una sola Cina e i tre comunicati congiunti Cina-USA, e fermare la vendita di armi e i legami militari con Taiwan”. Per rendere ulteriormente chiara la posizione cinese, ha aggiunto: “C’è solo una Cina nel mondo. Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese”. Quindi, c’è un altro severo avvertimento: “Giocare la ‘carta Taiwan’ è come giocare con il fuoco. Non solo spingerà Taiwan in una situazione precaria, ma porterà anche conseguenze insopportabili per gli Stati Uniti”.

“USA IMPERO HACKING DEL MONDO”

Nella conferenza stampa l’attacco agli Stati Uniti è su più fronti, anche quello informatico. “I numeri mostrano che gli Stati Uniti sono veramente l’impero dell’hacking del mondo. La Cina è seriamente preoccupata per i cyberattacchi contro altri paesi che partono dagli Stati Uniti e usano la Cina come trampolino di lancio. Questa è un’ulteriore prova che la Cina è l’obiettivo di attacchi lanciati da hacker di molti paesi”. Ciò ha rilevanza anche in questo contesto geopolitico, con la guerra in Ucraina sullo sfondo, perché secondo la Cina si rischia “di ingannare la comunità internazionale e diffondere la disinformazione”. Quindi, ha colto l’occasione per esortare gli americani “ad adottare un atteggiamento più responsabile nel cyberspazio e fermare immediatamente queste attività informatiche maligne”.

Si affronta anche il tema relativo al nucleare, che preoccupa la Cina per le mosse del Giappone. “Ultimamente, ci sono stati ripetuti richiami pericolosi in Giappone che contravvengono ai suoi tre principi non nucleari, che danno ai suoi vicini asiatici e alla comunità internazionale forti ragioni per mettere in dubbio che il Giappone possa seguire un percorso di sviluppo pacifico. La Cina è seriamente preoccupata per questo, ed esorta il Giappone ad essere prudente con le sue parole e azioni e ad adottare un atteggiamento responsabile nel mantenere la pace e la stabilità regionale”, ha concluso Zhao Lijian.