La Cina è dalla parte giusta della storia riguardo la guerra in Ucraina. A dirlo è Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri cinese. Nella conferenza stampa che ha tenuto ieri, ha infatti replicato al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che aveva accusato Pechino di dare sostegno alla Russia e di diffondere bugie e disinformazione, e mandato altri segnali agli Usa. “Accusare la Cina di diffondere disinformazione sull’Ucraina è di per sé disinformazione. Con atteggiamento obiettivo e giusto, la Cina ha lavorato attivamente per realizzare la cessazione delle ostilità il più presto possibile, evitando una crisi umanitaria e ripristinando la pace e la stabilità“. Inoltre, ha dichiarato che l’Ucraina per la Cina “dovrebbe essere un ponte di comunicazione tra l’Est e l’Ovest, non un avamposto nella rivalità tra grandi potenze“.



Non manca una frecciata da parte di Wang Wenbin all’Europa, che dovrebbe “sostenere il principio dell’autonomia strategica e lavorare con la Russia, l’Ucraina e gli altri paesi interessati per costruire un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile attraverso il dialogo e la negoziazione secondo lo spirito della sicurezza indivisibile“. Inoltre, Usa e Nato dovrebbero impegnarsi secondo la Cina “nel dialogo con la Russia per affrontare la causa principale della crisi ucraina“.



CINA “PER RISOLVERE CRISI SERVE SANGUE FREDDO”

Wang Wenbin è critico riguardo l’approccio dell’Occidente alla guerra in Ucraina. “Ciò che è necessario per risolvere la crisi è il sangue freddo e una mente razionale, non aggiungere benzina al fuoco. Ciò che è necessario per ripristinare la pace è il dialogo e la comunicazione, non la pressione o la coercizione. Ciò che è necessario per raggiungere una pace duratura e la stabilità sono gli sforzi per accogliere le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti, non le mosse per cercare il confronto in blocco e la sicurezza assoluta“. In conferenza stampa ha assicurato che la posizione della Cinaè in linea con i desideri della maggior parte dei paesi“. Quindi, il portavoce del ministero degli Esteri cinesi ha rivendicato che “il tempo dimostrerà che la posizione della Cina è dalla parte giusta della storia, e tutte le accuse infondate e i sospetti contro la Cina sono indifendibili e crolleranno semplicemente“. Ma Pechino torna ad attaccare gli Stati Uniti sulla questione dei laboratori presenti in Ucraina: “Gli Stati Uniti non possono cavarsela nascondendosi o liquidando tutto come “disinformazione”. Gli Stati Uniti devono offrire seri chiarimenti“. A tal proposito, si aspetta che venga chiarito “qual è lo scopo della ricerca statunitense nei biolaboratori con sede in Ucraina” e se hanno condotto “ricerche pericolose vietate in patria in laboratori all’estero“.



CINA “USA SPIEGHINO ATTIVITÀ BIOMILITARI IN UCRAINA”

La Cina chiede, dunque, trasparenza agli Usa, un’apertura al controllo internazionale. Quella che ci si aspettava da Pechino, ad esempio, per il Covid. “Esortiamo gli Stati Uniti a cambiare rotta, a dare prontamente una spiegazione convincente per le loro attività biomilitari in Ucraina e in altri luoghi del mondo e a smettere di opporsi da soli all’istituzione di un meccanismo di verifica BWC“. Lo scontro a distanza tra Cina e Stati Uniti si consuma anche sul terreno della cyber security. Wang Wenbin ha citato Quantum, uno strumento avanzato di dirottamento informatico che avrebbe progettato la National Security Agency (NSA). “Gli Stati Uniti possono utilizzare questa tecnologia per attaccare tutti gli utenti di Internet che navigano su siti web statunitensi come Twitter, YouTube, Amazon, nonché le applicazioni dei social media cinesi. Questo significa che non importa chi sei e dove sei, il Grande Fratello ti sta probabilmente guardando ogni volta che ti connetti a una piattaforma di social media“, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese. Ritiene inoltre che gli “Stati Uniti non risparmiano nemmeno i loro alleati e partner nella loro sorveglianza e attacchi informatici globali“. Quindi, ha concluso: “Esortiamo ancora una volta gli Stati Uniti ad agire in modo responsabile nel cyberspazio e a fermare i furti e gli attacchi informatici alla Cina e al resto del mondo. Gli Stati Uniti dovrebbero implementare il quadro che insiste che tutti gli altri stati rispettino“.