Il piano di pace della Cina, secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, prevederebbe che le regioni dell’Ucraina finora annesse alla Russia restino al Paese di Vladimir Putin. È questo il messaggio che Li Hui, l’inviato cinese per Kiev, avrebbe recapitato all’Europa nel corso della sua visita di questi giorni. È un’ipotesi che, tuttavia, non viene presa minimamente in considerazione dal Governo di Volodymyr Zelensky.
“Qualsiasi scenario di compromesso che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina, di cui periodicamente parlano fonti anonime nelle élite europee e americane, equivale ad ammettere la sconfitta della democrazia, la vittoria della Russia, la conservazione del regime di Vladimir Putin e di conseguenza il forte aumento dei conflitti nella politica globale. È il caro sogno di Mosca. La domanda è retorica: perché i singoli attori pubblici continuano a interpretare lo ‘scenario mediatico russo’ e a prolungare il conflitto?”, ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.
Cina vuole che regioni Ucraina annesse restino a Russia: è scontro
Lo scenario che secondo i rumors americani sarebbe stato messo sul tavolo dalla Cina, che vuole che le regioni dell’Ucraina annesse restino alla Russia, non può che essere apprezzato da Vladimir Putin. A sottintenderlo è stato il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, il quale, dopo l’incontro con l’inviato cinese Li Hui, ha confermato in un comunicato “l’impegno di Mosca per una soluzione politico-diplomatica del conflitto”, lamentando “i seri ostacoli creati dalla parte ucraina e dai suoi gestori occidentali per una ripresa dei negoziati di pace”.
Volodymyr Zelensky, da parte sua, continua a puntare a sua volta il dito contro l’avversario, denunciando i continui bombardamenti sul territorio ucraino. “La Russia ha scelto la via del male di sua volontà e non abbandonerà questa strada da sola. Dobbiamo sconfiggere il terrore e lo faremo. L’Ucraina e l’intero mondo libero insieme”, ha affermato nelle scorse ore.