Bruno Tertrais, ricercatore della Fondazione per la ricerca strategica ed ex direttore della commissione Affari Civili della NATO, ha riflettuto sul ruolo della Cina nel contesto geopolitico mondiale nel suo ultimo libro, esponendo la sua tesi anche sulle pagine del quotidiano Le Croix. Ritiene, infatti, che il mondo stia procedendo versa una deriva illiberale guidata dal modello cinese, che colloca, però, nel contesto dei “modelli autoritari, come Corea del Nord e Russia, che hanno un sapore fascista e sfiorano il totalitarismo”.
Fatale per la Cina, secondo Tertrais, è stata “l’ascesa al potere di Xi Jinping, che ha visto un indurimento delle posizioni e un rafforzamento delle ambizioni” cinesi. Per Xi gli obiettivi sono due, “quello di unire il paese prima del 2049, e quindi recuperare Taiwan” e “promuovere la vittoria finale del comunismo”, che in altre parole significa “indebolire l’Occidente in modo che il suo regime possa non solo sopravvivere, ma anche svilupparsi, per poter riconquistare il suo posto al centro del mondo“. Obiettivi che la Cina sta portando avanti grazie soprattutto al rapporto con la Russia, che secondo Tertrais per quanto appaia stretto, non lo è così profondamente, soprattutto perché se “la cooperazione in materia di difesa è in aumento”, al contempo non lo è dal punto di vista “del trasferimento delle informazioni, dei dati e delle attrezzature sensibili”.
Tertrais: “In futuro ci sarà la guerra tiepida”
Queste opposizioni per ora soprattutto politiche tra il blocco Cina-Russia e, in generale, asiatico, e quello occidentale, secondo Tertrais in futuro traghetteranno il mondo “in una sorta di ‘guerra tiepida‘, punteggiata da conflitti periferici, in particolare nell’area geografica che va dai Balcani al Sud-Est asiatico”, perché a differenza dei grandi conflitti del novecento, ora “la competizione si estende in aree che non esistevano: la tecnologia, lo spazio e i fondali marini”.
Ma Tertrais ci tiene anche a smentire la visione di un Occidente sempre più schiacciato dalla Cina e dalla Russia, sottolineando che “gli Stati Uniti sono in una posizione demografica migliore”, oltre ad avere “molti punti di forza nella sfera militare, una rete di basi e alleanze, esperienze in combattimento e una cultura militare” che danno “alle sue forze un margine di manovra” importante. Inoltre, secondo Tertrais non si può neppure parlare di un mondo più conflittuale, perché “oggi la maggior parte dei conflitti sono interni”, ad eccezione del caso limite dell’Ucraina, mentre “la novità sta nel fatto che le guerre sono più visibili grazie ai social network e ai canali di informazione 24 ore su 24”.