Nessun cenno esplicito al Covid e a Wuhan, ma la “strigliata” sulla biosicurezza di Xi Jinping al Politburo è significativa. I laboratori cinesi che gestiscono agenti patogeni mortali dovranno prestare maggiore attenzione al tema della sicurezza. Il presidente cinese ne ha parlato all’apertura degli incontri, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa statale Xinhua, intervenendo di fatto sul tema più controverso per la Cina in questi ultimi due anni. Farlo davanti al principale organo politico del Partito comunista cinese è significativo tanto quanto farlo a ridosso del National Day, la festa che ricorda la nascita della Repubblica popolare cinese. «La Cina dovrà rafforzare la supervisione dei laboratori che trattano agenti patogeni pericolosi», ha dichiarato.
Qualcuno ha letto in queste parole un riferimento alla questione dell’origine del Covid, di fatto non vi è un riferimento diretto, ma non serve neppure che sia esplicito, visto che ha anche affermato che «la Cina deve aumentare la supervisione dei laboratori che gestiscono agenti patogeni pericolosi, compresi campioni sperimentali, animali e rifiuti». Riguardo il nuovo coronavirus, si è limitato a dire che «è necessario promuovere la tracciabilità dell’origine sulla base di principi scientifici e regole scientifiche».
L’APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
Xi Jinping si aspetta anche sistemi di alert più efficaci e rapidi per tracciare e individuare in maniera precoce le malattie infettive emergenti, oltre che una collaborazione maggiore dal punto di vista internazionale sulla biosicurezza. Il monito in questo caso è rivolto a tutta la comunità internazionale, che deve attivare sistemi di prevenzione efficaci per scongiurare future epidemie. Se da un lato bisogna «rilevare e riconoscere rapidamente le malattie infettive e le epidemie appena emerse», dall’altro è importante «partecipare attivamente alla governance globale della biosicurezza» e collaborare in tutto il mondo per «rispondere alle sfide sempre più gravi della biosicurezza», rafforzando non solo la cooperazione, ma anche «gli scambi bilaterali e multilaterali nella formulazione di politiche di valutazione del rischio, risposta alle emergenze, condivisione di informazioni e rafforzamento delle capacità di intervento». A conferma del fatto che la zoonosi resta la prima ipotesi per la Cina sull’origine del Covid, ha spiegato che serve un nuovo approccio per bloccare «il percorso di trasmissione delle malattie zoonotiche alla fonte».
L’ARTICOLO DI BIOSAFETY AND HEALTH
Al discorso di Xi Jinping si aggiunge l’articolo pubblicato su Biosafety and Health, rivista specializzata della Chinese Medical Association, sottoposto a revisione paritaria, secondo cui «la consapevolezza della biosicurezza nel personale di laboratorio CDC», il Chinese Center for Disease Control and Prevention, «coinvolto nel rilevamento dei patogeni è bassa, in particolare la consapevolezza riguardo alla valutazione e al controllo del rischio». In altre parole, si tratta – come ben evidenziato dall’Huffington Post, di un’ammissione pubblica riguardo le carenze della Cina nella gestione dei virus altamente pericolosi nei laboratori di massima sicurezza cinesi, sebbene il CDC della provincia di Hubei, dove ha sede l’Istituto di Virologia di Wuhan e dove diversi laboratori conducono ricerche sui coronavirus dei pipistrelli, non viene mai menzionato.