Tra le top model di fama internazionale più note e ancora oggi influenti; Cindy Crawford si è reinventata nel tempo non solo rispetto al ruolo da modella ma anche con una svolta imprenditoriale che oggi occupa buona parte del suo baricentro professionale. Intercettata dal New York Times in un’intervista riportata dal Corriere della Sera, si è lasciata andare a considerazioni variegate riguardo la sua carriera passando in rassegna tanto le esperienze del passato quanto la visione attuale del mondo imprenditoriale.



“Preferisco dire che ho fatto la modella, piuttosto che ‘sono una modella’. Per me quel mestiere è un verbo, non un’identità”, parla così Cindy Crawford a proposito dei suoi trascorsi nel mondo della moda, prestando dunque il fianco ad un aspetto che oggi le appartiene in maniera più dominante, ovvero quello imprenditoriale; ben calata nelle strategia di marketing e commerciali senza considerare le innumerevoli collaborazioni con i brand di principale successo mondiale. “Non ci tenevo a imitare la carriera di qualcuno, mi sono detta: ‘Perchè no?’, ed ho provato questa strada”.



Cindy Crawford e il rapporto con le critiche: “Non sono peggio di quelle che proferivo a me stessa…”

Cindy Crawford rappresenta a pieno merito il trasformismo professionale; la capacità di sfuggire ad un’etichetta che a lungo andare può risultare stretta e reinventandosi in un ruolo capace di amplificare ulteriormente il senso di soddisfazione. La bellezza è però sempre la stessa; quasi come se il tempo non avesse toccato la sua persona e a tal proposito – come riporta il Corriere della Sera – lei stessa ha spiegato: “Non sono mai stata tentata di alterare il mio visto; faccio delle cure assiduamente ma in fin dei conti non ho mai visto risultati spettacolari”.



La top model ha poi aggiunto: “Ho 58 anni, una parte di me vorrebbe rinunciare a tutta servizi fotografici e riviste patinate… Tutto sommato le critiche non sono peggiori di quelle che mi rivolgevo da sola. Allo stesso tempo mi chiedo a volte se non è il caso di lanciare questo messaggio alle donne, cioè che è meglio smettere ad una certa età?”