Segnato dall’uscita dell’attesissimo Twilight, di cui parleremo in seguito, il week-end cinematografico presenta anche, come unico film italiano, Galantuomini dell’anglo-salentino Edoardo Winspeare. Vero e proprio melodramma a tinte forti, il film interpretato da Fabrizio Gifuni e Donatella Finocchiaro è ambientato in Puglia (come tutti i film del regista) e mette in scena una tormentata passione di un giudice “tutto d’un pezzo” per una donna che è anche uno dei capi della Sacra Corona Unita. Winspeare è un regista che parla di quel che conosce (la sua terra), capace di trovare spunti e accoppiamenti originali, vedi il caso di precedenti suoi film come Sangue vivo o Il miracolo.



Sembra un film italiano anche Palermo Shooting, ma in realtà il regista è il tedesco Wim Wenders. Presentato a Cannes, il film è stata una delle più grandi delusioni del festival di quest’anno: storia di un fotografo insoddisfatto che abbandona la Germania e scende in Sicilia per dimenticare le sue ossessioni, il film è una sorta di lungo e spesso pesante diario di considerazioni del protagonista, che in breve riescono a stremare lo spettatore, anche perché gran parte di quello che si ascolta va poco oltre il luogo comune.  Dopo due film girati in America (La terra dell’abbondanza e Non bussare alla mia porta) Wenders sembra doversi “riacclimatare” all’Europa, verrebbe quasi da considerare Palermo shooting come un film di transizione.



Tutti probabilmente ricordano Anne Hathaway, per almeno due motivi: è stata la protagonista de Il diavolo veste Prada, dove interpretava una ragazza semplice che viene trasformata dal mondo della moda; è stata la protagonista di un love affair con Raffaello Follieri, che millantava di appartenere al jet set e invece era un truffatore. Dimessi i panni dell’ingenua (probabilmente anche nella vita reale), la Hathaway impersona una ragazza che esce da una clinica psichiatrica per partecipare alle nozze della sorella. Un ruolo drammatico ma interessante, per un film che mette a nudo le tensioni familiari, ma che si sforza di ricercare un equilibrio e una difficile riconciliazione.



Non sono molti i film israeliani che arrivano sui nostri schermi, fa quindi piacere parlare di Qualcuno con cui correre di Oded Davidoff, tratto dall’omonimo libro dello scrittore David Grossman. Una specie di discesa agli inferi, questa la vicenda che vede la protagonista Tamar cercare il fratello drogato in una squallidissima comune di suonatori ambulanti, sfruttati da Pesach, un personaggio che sembra uscito da un libro di Dickens. Tamar non si sconforta e non si arrende, pur di strappare il fratello dalle grinfie di Pesach e dalla droga, al punto di rinchiudersi insieme a lui per aiutarlo a disintossicarsi. Pur con alcuni limiti dovuti anche allo spezzettamento della storia in diversi rivoli e flashback (e con un doppiaggio non all’altezza), qualcuno con cui correre è un film interessante, che incontrerà il gusto dei lettori di Grossman e probabilmente ne porterà di nuovi.

Ridley Scott si affida ancora a Pietro Scalia per il montaggio, come già fece per Il gladiatore e Black Hawk Down, e questa è una bella presentazione anche per Nessuna verità, il film che esce nelle sale, interpretato da Leonardo Di Caprio e Russel Crowe. Due attori al massimo della loro fama per un film di spionaggio che si gioca tra l’America ed il Medio Oriente, con doppi e tripli giochi, tradimenti e attentati, colpi di scena e momenti di grande cinema. Due agenti della CIA, uno sul campo (DiCaprio), uno nella base negli Stati Uniti (Crowe) e la sensazione che niente possa essere chiaro o semplice. Un bel film da non perdere.

E alla fine, Twilight, storia di amore e vampiri. Vampiri un po’ “sui generis”, visto che appartengono a una sottospecie che per scelta si nutre di sangue animale anziché umano: questo è un po’ frustrante («è come se mangiassimo solo tofu», per dirla col protagonista) ma permette loro di muoversi anche di giorno. Ma soprattutto i giovani vampiri vanno a scuola coi loro coetanei (si fa per dire, i vampiri sono immortali) e questo fa scoccare una scintilla d’amore tra il tenebroso Edward e la bella Bella (diminutivo di Isabella). Purtroppo Edward non può avvicinarsi più di tanto a Bella senza sentire il richiamo del sangue e questo mette a dura prova sia il suo amore che la sua natura di vampiro. In più Bella viene “fiutata” anche da un vampiro “classico” che vorrebbe affondarle i denti nel collo. La regista Catherine Hardwicke (Thirteen, Nativity) riesce a coniugare efficacemente l’aura di mistero e pericolo con le pene d’amore dei due giovani e si intuisce subito che presto di Twilight vedremo il seguito (o più d’uno).
 


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