È il “filmone” fantascientifico di Natale: Ultimatum alla Terra (remake di The Day The Earth Stood Still di Robert Wise, 1951), con Keanu Reeves e Jennifer Connelly, punta molto sul richiamo estetico dei protagonisti e sulla coscienza ecologista. Il bel Keanu interpreta Klaatu, un alieno che arriva sul pianeta per avvisare che la catastrofe è imminente, e naturalmente nessuno se lo fila, a parte la biologa di turno. Già non era un capolavoro l’originale, ma il remake è senza dubbio peggiore, nonostante quasi sessant’anni di avanzamento tecnologico: il film è scialbo, gli attori sembrano i primi ad essere poco convinti e la mancanza di una minaccia reale (come lo erano veramente l’atomica e il comunismo per gli spettatori americani del tempo, molto più dell’odierna paventata catastrofe ecologica) non insinua neanche un brivido nello spettatore. Molto meglio rituffarsi nella realtà con il bel film israeliano (ed è già il secondo in un mese!) Il giardino di limoni: una vedova palestinese rischia di vedersi estirpato il suo frutteto, unica sua fonte di sostentamento, per motivi di sicurezza. Il ministro della difesa israeliano è diventato suo vicino, e non vuole correre il rischio che attentatori si nascondano tra gli alberi. Una bella e realistica storia, nella quale si mescolano tradizione, preconcetti atavici, modernità e inaspettate simpatie umane. Vorrebbe essere specchio dei nostri tempi anche Come Dio comanda, di Gabriele Salvatores; il film è tratto (come già Io non ho paura) da un romanzo di Niccolò Ammaniti, che ha anche collaborato alla sceneggiatura. Protagonisti sono un padre e un figlio legati da un amore viscerale e violento al tempo stesso, e un ragazzo con problemi mentali loro amico. In una notte buia e tempestosa (che occupa gran parte del film) i tre si troveranno coinvolti in un evento drammatico che segnerà per sempre le loro vite. Concludiamo con due titoli già in sala, che meritano di essere visti: il primo è L’ospite inatteso, di Thomas McCarthy: uno stanco e svogliato professore universitario torna a New York dove ha un appartamento, e scopre che è stato abusivamente affittato a due immigrati clandestini, lui siriano e lei africana. Il professore ritrova nella loro compagnia la voglia di vivere e di amicizia, che sarà messa alla prova dall’arresto del giovane clandestino. Un piccolo ma interessante film, che ha già raccolto premi in numerosi festival. Il secondo è Stella, un film francese che ha come protagonista una ragazzina che dalla banlieue si ritrova ad essere ammessa in un prestigioso istituto del centro città. Qui scopre nuove cose (dalle compagnie al livello di istruzione), e una vita che non immaginava neanche potesse esistere: difficile, complicata, ma anche molto interessante. Un film su un periodo della vita molto particolare, spesso esplorato, e che non lascia molto spazio alla malinconia, valorizzando piuttosto le meravigliose opportunità della gioventù.



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