Sono terminate le vacanze e, fuori dall’ondata dei film caciaroni, si può ricominciare a guardarsi intorno. Discutendo, magari, come nel caso di Sette anime, il secondo film hollywoodiano di Gabriele Muccino, che vede protagonista (come ne La ricerca della felicità) ancora Will Smith. La storia ha per protagonista un uomo che, mosso da istinti suicidi dopo la morte della moglie, combatte coi sensi di colpa e cerca di fare ammenda aiutando sette persone in difficoltà. Sulla sua strada incontrerà anche una donna (Rosario Dawson) che lo spingerà a mettere in discussione le sue decisioni.



Nonostante la presenza di due ottimi attori, Sette anime non mantiene tutte le promesse, specialmente l’aspirazione di Muccino di dipingere una vicenda alla Frank Capra: il film è spesso inutilmente caricato, e il finale è ben lontano dalla catarsi che ci si aspetterebbe. Ma intanto Muccino è il primo regista dopo decenni che ottiene credito negli Stati Uniti. Se non questa volta, speriamo abbia altre occasioni.



Si ride invece con Jim Carrey, impegnato in una assurda promessa nella commedia Yes Man. Nel film Carrey è un bancario che per dare una svolta alla propria vita deciderà di dire sempre sì a tutte le occasioni che gli capiteranno nell’arco di un anno. Grazie anche all’incontro con una ragazza (l’incantevole Zooey Deschanel), si ficcherà in una serie di situazioni che, se non esilaranti, sono piuttosto divertenti.

Sembra la risposta sofisticata a Twilight l’horror/thriller Lasciami entrare dello svedese Tomas Alfredson. Premiato al Tribeca Film Festival e presentato in anteprima al Festival di Torino il film è ambientato in una Stoccolma insanguinata da una serie di efferati omicidi e ha per protagonista Oskar, un ragazzino stranamente affascinato dalle gesta dell’assassino e che troverà un’amica in Eli, una nuova arrivata che sembra nascondere più di un mistero. Decisamente, solo per cultori.



È tratto da una piece teatrale di Noel Coward (scritta a 24 anni!) Un matrimonio all’inglese, commedia sofisticata in cui Jessica Biel veste i panni di una sexy e intraprendente donna americana che, dopo aver sposato l’inglesissimo John Whittaker (Colin Firth) è costretta a fare i conti con la reazione allergica che la terribile suocera (Kristin Scott Thomas) sembra avere nei suoi confronti.

Dialoghi arguti, costumi deliziosi, e un cane in una situazione che ha dato origine a decine di emulatori.

Dalle schermaglie di famiglia a una guerra vera e dolorosa, con Valzer con Bashir, il film d’animazione dell’israeliano Ari Folman che riporta alla sanguinosa guerra civile nel Libano negli anni ’80 nella quale venne coinvolto anche Israele. Il film, che ha conquistato l’ultimo Festival di Cannes ed è ora in lizza per le nomination all’Oscar, è una sorta di docu-cartoon realizzato con una tecnica elaborata dallo stesso regista che affronta qui, esorcizzandolo, il suo passato da militare dell’esercito israeliano ripercorrendo alcuni degli eventi più cruenti del conflitto.

Dopo un travagliato percorso (nonostante la fama del regista, nessuna casa di distribuzione s’è fatta seriamente avanti), sarà proiettato solo su 8 schermi digitali il film W. di Oliver Stone, sulla figura di George W. Bush, visto al Torino Film Festival e il cui approdo in televisione è previsto per il 19 gennaio su LA7, alla vigilia dell’insediamento alla Casa Bianca di Barack Obama: a quanto pare, di George W. non interessa più niente a nessuno.

Ai posteri l’ardua sentenza.


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