Avrebbe potuto essere una trasmissione da annoverare nella storia della tv, parlo di Chetempochefa di sabato sera, ma non lo è stata. Il programma ha ospitato Beppino Englaro papà di Eluana e l’astrofisica Margherita Hack, con due temi impegnativi ed importanti, la vita ed il mistero dell’universo.

Il papà di Eluana aveva chiesto il silenzio mediatico sulla vicenda della figlia, per poi invece scrivere un libro ed accettare la partecipazione al talk di Fabio Fazio. Non si è parlato di vita, ma di morte, della morte che il papà vuole della figlia, anzi del diritto di Eluana di morire e della discriminazione che invece è in atto. Diritto umano, fisico e costituzionale, legislativo.



E così papà Englaro ha parlato del contenuto del libro. Le domande cortesi di Fazio e le nuvole bianche sugli schermi hanno solo avvallato l’odore della dolce morte. Una cosa mi ha colpito, Fazio gli ha chiesto come mai in 17 anni non avesse trovato qualche altro espediente per far terminare la sofferenza di Eluana, ed il papà ha risposto che il morire deve essere un diritto per questo ha sempre agito solo per vie legali. Così avrebbe l’avvallo e la giustificazione di una società e di una legge che tutela la morte e non il diritto alla vita.



Domanda: forse bisogna avere troppo coraggio per staccare la spina con la propria mano?

Dal canto suo Fazio faceva la parte del conduttore compito e commosso, l’utile menestrello di una marcia funebre annunciata, l’utile cerimoniere che rispetta i desideri e voleri di una società decaduta, cui la tv fa da giullare.

E così senza contraddittorio, ma con le sue domande poste in maniera delicata è passato il terribile messaggio di papà Englaro: l’uomo come giudice della vita.

Poco dopo è arrivata Margherita Hack a presentare un suo libro, un commento alle favole, da Pinocchio a Harry Potter. Una scusa questa per parlare del cosmo, della sua nascita, della materia, del bosone di Higgs, di 13 miliardi di anni luce, del Big Bang, della materia oscura. Nessuna domanda su Chi può aver creato ciò.



Deludente sia la scienziata (forse è ora di pensionarla e lasciare libero qualche posto per i poveri ricercatori precari) sia il conduttore, che continuava a far trasparire che non capiva nulla e che il discorso della Hack era oro colato.

Il format Endemol (ma non era un prodotto targato Rai?) va bene, fa salire gli ascolti di Raitre, ed è considerato un talk d’opinione. Il conduttore ligure, ha avuto un’ascesa professionale eccellente: da imitatore a conduttore per Odeon della trasmissione sportiva Forza Italia (qui Berlusconi non c’entrava ancora), ma l’esplosione la ebbe con Quelli che il calcio e la consacrazione con Anima Mia, con lo sdoganamento di Claudio Baglioni, considerato fino ad allora un cantante “qualunquista”.

Il suo apice è stato il Festival di Sanremo, per poi andarsene a La7, restando a piedi quasi subito ma con un cospicuo conto in banca. Un po’ di silenzio e poi l’approdo a mamma Raitre. Dalle imitazioni alla cultura, dall’intrattenimento puro al pretender d’essere un maestro di pensiero.

Il nostro conduttore può sempre dire di essere laureato in Lettere, ciò non toglie che in questi anni si è tolto la maschera dell’intrattenitore per mettersi quella dell’anchorman illuminato.

La trasmissione ha una struttura molto semplice: si susseguono alcuni ospiti intervallati dai comici del calibro di Antonio Albanese e Luciana Littizzetto. Gli ospiti sono vari, dal politico allo scrittore, dal cantante al calciatore, etc.. ed ogni tanto riesce in alcuni colpi grossi, come l’ospitata di Veltroni sbattendosene della par-condicio (esiste solo per Emilio Fede), l’intervista a Ingrid Betancourt e sabato sera al papà di Eluana.

Lo studio è all’insegna di Fazio: una postazione trono da cui intervista gli ospiti, grandi schermi con un cielo azzurro con belle nuvole bianche in stile new-age. Un look informale, camicia con colletto piccolo e cravatte con nodini da bambini (che abbiano l’elastico?), una faccia pulita, capello corto, pizzetto regolare con aria da conduttore un po’ ingenuo. Un tono sempre positivo e buonista senza mai però un contraddittorio con gli ospiti, anzi con quelli politici quasi uno zerbino camuffato.

Chetempochefa ha la pretesa di essere una trasmissione culturale, che crea opinione, e che lancia messaggi, soprattutto sotto l’aspetto morale. E lo fa, in maniera pacata e camuffata, schierata Faziosamente (scusate il gioco di parole ma ci sta bene) con un pensiero di sinistra illuminato e giusto moralmente alla Eugenio Scalfari. Un conduttore che si impone per i modi cortesi ed apparentemente ingenui che forse prima o poi vedremo a fianco di Veltroni.