Tutti parlano di Operazione Valchiria e i toni si alzano per indignarsi del fatto che Tom Cruise, seguace della chiacchierata setta di Scientology, interpreti un uomo dall’incredibile coraggio e dal tragico destino, il colonnello Von Stauffemberg, che osò attentare alla vita di Hitler e venne scoperto e condannato. Non si capisce dove sia lo scandalo: se (con tutto il rispetto) uno come Neri Marcorè veste i panni di Papa Luciani e Sergio Castellitto quelli di Padre Pio, perché Tom Cruise (che di certo non ha niente da imparare dai due di cui sopra) non può fare Von Stauffenberg?
Per quel che ci concerne il bravo Tom può anche credere al Grande Cocomero, come Charlie Brown, basta che faccia bene il suo mestiere.
Semmai si potrebbe eccepire con Bryan Singer, che ha trasformato la tragedia in un thriller d’azione, ma anche lui tira acqua al suo mulino. Molti contestano, disquisendo (come Bernard-Henry Lévy) sulle reali intenzioni antinaziste di Stauffenberg, ma questo è un compito da lasciare agli storici: Operazione Valchiria è un film sostanzialmente veritiero, con un ottimo cast e che non delude. Le discussioni lasciamole a dopo, fuori dalla sala.
Alquanto drammatici sono i toni anche di Revolutionary Road, il film che Sam Mendes ha tratto dal romanzo di Richard Yates, e che rivela come il sogno americano si infranga spesso nella realtà di tutti i giorni. Torna sullo schermo una delle coppie più fortunate della storia del cinema: quella formata dalla moglie del regista, Kate Winslet (premiata con il Golden Globe) e da Leonardo DiCaprio. I due del Titanic si ritrovano per dare vita ad April e Frank Wheeler, una coppia che dai sogni della gioventù si trova imprigionata in una vita mediocre e senza speranze.
Un vero e proprio “scontro fra titani” è quello cui si assiste ne Il dubbio, il film con cui il drammaturgo e sceneggiatore John Patrick Stanley porta sul grande schermo la sua omonima opera teatrale. A cercare la verità è Sorella Aloysius, suora e preside rigidissima della scuola St. Nicholas, decisa a indagare a fondo, rosa dal sospetto che il giovane e innovatore sacerdote della parrocchia, Padre Flynn (Philip Seymour Hoffman), possa aver molestato uno degli studenti.
Le tematiche post conciliari sono a tema di un film che cammina sul filo del rasoio, ma riesce a non essere scontato nel trattare il mondo ecclesiale. Grazie soprattutto alla impressionante capacità recitativa dei due protagonisti (candidati all’Oscar, infatti).
È una storia più intimistica, anche se di mezzo c’è nientemeno che un’autostrada, quella di Home con Isabelle Huppert, passato anche alla Quinzaine de Réalisateurs del Festival di Cannes: una famiglia vede sconvolto il proprio equilibrio quando un’autostrada costruita da anni proprio di fianco a casa propria viene improvvisamente messa in funzione. Oltre alle prevedibili e innumerevoli difficoltà, lo sconvolgimento servirà anche a riscoprire affetti e solidarietà che sembravano dimenticati.
Quarantena è il remake americano dell’horror spagnolo Rec: una storia di un misterioso virus che trasforma (sotto gli occhi e l’obiettivo di una troupe televisiva) gli abitanti di un condominio in mostri affamati di sangue e insensibili a ogni dolore. Per stomaci forti, che non temono di rimanere soli in sala.
Concludiamo con un’insolita avventura “on the road” alle foci del Danubio, che vede protagoniste un’anziana signora e la sua badante rumena, che è alla ricerca del marito scomparso: si tratta di Mar Nero di Federico Bondi, con Ilaria Occhini premiata come migliore attrice al Festival di Locarno, dove il film ha vinto anche il premio della giuria ecumenica e quello della giuria giovani.
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