La partenza di questa stagione è stata per Mediaset un bello sgommare e chi ben comincia è a metà dellopera. Stiamo parlando di ascolti, oltre ai consolidati programmi di Re Mida De Filippi, anche le fiction hanno ottenuto degli ottimi successi. In primis la bella Intelligence con Raul Bova che supera i 6.000.000 di telespettatori con il 25% di share.
Ma la vera rivelazione è stata LOnore e il Rispetto con il bel zigomato Gabriel Garko. Nel 2006 non aveva ottenuto lo stesso successo di questanno, insperato, ma provvidenziale per Mediaset che si accinge, se continua così, a vincere negli ascolti il periodo autunnale. In alcune puntate ha raggiunto quasi il 28% superando i 7.000.000 di telespettatori.
Un successone. Basta pensare che la puntata che vedeva Berlusconi a Porta a Porta in prima serata è stata quasi doppiata dalla fiction di Mediaset. Nessuno se laspettava, neppure il Cavaliere sconfitto da un suo stesso programma, ha dovuto rivedere i piani sulle propria esposizione mediatica.
Cè da dire una cosa, tutti i critici televisivi hanno massacrato la serie, mentre il popolo del piccolo schermo ne è stato appassionato. Uno per tutti il NumberOne dei critici, Aldo Grasso, ha scritto giudizi feroci: trama del tutto prevedibile, lavoro sul genere talmente forzato da cadere nella caricatura, credibilità del personaggio protagonista annullata da una recitazione approssimativa e caricata, inflessioni dialettali goffe, scopiazzatura del Padrino e della Piovra, girata però con la mano sinistra. Alla fine la fiction viene elogiata come il cult del trash. Oltre al NumberOne anche altri critici hanno riversato inchiostro come se fosse sangue per poi ritrattare visti gli ascolti.
Domanda: LOnore è il Rispetto non è il Grande Fratello, che anchesso vince normalmente loscar del trash, ma come mai è così piaciuto ai telespettatori? Vedendo ieri sera la sesta e conclusiva puntata della serie, ho ripercorso nella mia mente la tortuosa trama generale, che ha avuto tanti colpi di scena, tanti morti, tante vendette, tanti incroci amorosi. Una faida mafiosa intricata, degna di Dynasty, che potrebbe continuare allinfinito. La narrazione è semplice: se si parla di mafia, si parla di sangue, di assasinii, di vendette, di tradimenti, di codice donore, di droga. Tutto riassumibile con la parola male.
Un male che è strutturato, qui nella fiction e anche nella realtà, in unorganizzazione, che mina lo Stato, si arricchisce e uccide adulti e bambini. Per i critici, più che semplice è una scrittura povera, ma forse è più intellettuale la narrazione nel libro Gomorra della star Saviano? A questa povera scrittura aggiungete le peggiori nefandezze mafiose; una grossa quantità dazione cinematografica fatta di bang bang, boom, e pam pam; degli attori bellocci, anchessi poveri nelle modalità recitative; mixate (o shakerate) ed avrete un po di suspence, ed in questo caso sicuramente un bel polpettone, che tiene gli spettatori incollati alla tv. Forse che essi si identificano nella mafia?
Non penso proprio. Forse alluomo piace crogiolarsi nel far emergere il male che lo circonda, male che, che abbiamo dentro anche noi nel nostro piccolo? Forse questo sì. Ma sicuramente listinto o (speriamo) il desiderio di redenzione prima o poi si palesa. Altra annotazione e domanda: non vi è mai capitato di vedere fiction sui santi o a sfondo religioso in cui il protagonista è pio, povero ma bello, che prega e basta? Perché qui normalmente avviene che si giudica poco e troppo bene il polpettone ed il moralismo che ne trasuda?
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Ma torniamo a L’Onore e il Rispetto, ed alla sua star Gabriel Garko. È stato Mister Italia nel 1991, ha lavorato nel cinema con Neri Parenti, Tinto Brass, Zeffirelli, Soavi, Pieraccioni, Ozpetek, e poi tante fiction televisive. Nessuno gli risparmia che abbia iniziato con i fotoromanzi e che d’ufficio perciò questa fiction sembra un fotoromanzo. Ma negli anni ’60 le riviste a fotoromanzi non erano considerate popolari e le più lette dalla gente? Se il bel Garko facesse un po’ di teatro impegnato (dicesi di sinistra), sicuramente la stampa lo rivaluterebbe.
Se Veltroni ha sdognato prima Don Camillo e poi i film con la Fenech e Banfi, non volete che prima o poi anche Garko, visto la carriera che ha ancora davanti, abbia qualche possibilità di redenzione ?
È sicuramente invidiato dai colleghi per gli 800 video su Youtube , per le 90 mila fan di Facebook e per le 650mila pagine di Google, ma tutto ciò non lo fa ancora un attore finito. Di talento no, ma popolare sì. Popolare come la sua fiction. Ma se il polpettone non è intellettuale ma melodrammatico è trash, mentre l’inchiesta giornalistica se arriva al 28% di share con anch’essa 7 milioni di persone ed attacca il premier Berlusconi con una escort in studio, puntando tutto sul gossip, e viene criticata si urla alla mancanza di liberta di stampa. Inverosimile.
La sesta ed ultima puntata ci ha lasciati con l’amaro in bocca, il bel Garko viene ferito e resta a metà tra il male e la redenzione, ma come diceva la donna che l’ha ripudiato, Carmela, chi non perdona non può amare.
Arrivederci alla terza serie.