DESPERATE HOUSEWIVES – Le avevamo lasciate con un finale di stagione scoppiettante e una trovata alla Lost: le nostre protagoniste sbalzate nel futuro, cinque anni più tardi. Giunte in America al sesto anno di trasmissione (in onda in questi giorni anche su Sky), le casalinghe disperate di Wisteria Lane sono tornate su Raidue con la quinta stagione.
Le ritroviamo, quindi, un lustro più avanti: diverse sì, ma non troppo. In fondo sono le disperate di sempre. Si sono invertiti i ruoli, qualcosa è cambiato, ma la domanda cruciale del telefilm rimane sempre la stessa: conosciamo davvero i nostri vicini?
In questa stagione, al contrario delle precedenti, non è un nuovo personaggio a rompere la finta perfezione del quartiere suburbano di Wisteria Lane, ma il ritorno di una vecchia conoscenza: Edie Britt (Nicolette Sheridan). Lavevamo lasciata emarginata dal gruppo delle protagoniste nel finale della quarta stagione e la ritroviamo sin dalla prima puntata in compagnia di un fresco marito, Dave Williams (Neal McDonough). Come si intuisce sin dalle prime battute, sarà lui il fulcro della linea mistery di questa stagione.
Ormai il meccanismo del telefilm è noto: mischiare le linee personali delle protagoniste con una linea mistery che incuriosisce gli spettatori e li fidelizza alla visione della serie. Ma forse il mix non basta più per avvincere il pubblico: in America questa serie ha registrato gli ascolti più bassi nellarco dei diversi anni di programmazione, pur rimanendo tra i dieci telefilm più visti negli Stati Uniti. La tagline con cui la serie veniva pubblicizzata questanno (even juicer, ancora più succosa) evidentemente non rispecchia la realtà dei fatti.
Gli spettatori, forse, incominciano ad avvertire una stanchezza fisiologica dopo tanti anni di programmazione. Sono poche, infatti, le serie che riescono a mantenere un interesse sempre vivo e un divertimento costante nel corso di diverse stagioni. Tra queste Sex & the city, proprio un telefilm che spesso viene accostato a Desperate Housewives, ma che forse è riuscito a non annoiare mai il suo pubblico.
Alle casalinghe di Wisteria Lane talvolta manca un aspetto fondamentale che contraddistingue le protagoniste di Sex & the city: lumanità. proprio nei momenti in cui le quattro protagoniste di Desperate Housewives si mostrano nella loro disperata quotidianità fragili, deboli e quindi umane che si toccano le corde più profonde nello spettatore. Le situazioni raccontate nelle puntate, invece, risultano spesso paradossali, eccessive, troppo distanti dalla realtà, allontanando così il pubblico.
vero, la commistione di generi – i toni ironici della commedia mescolati a sfumature grottesche di humour nero – è una delle caratteristiche fondanti della serie, che inizialmente ne ha decretato il successo. Ma forse, a distanza di anni, questo aspetto incomincia a tediare lo spettatore.
Lelemento nuovo e interessante di questa stagione è il ribaltamento dei ruoli. Con lespediente del flash forward, infatti, vediamo le protagoniste alle prese con situazioni nuove, anzi sembra quasi che si siano scambiate i ruoli tra loro.
Susan Mayer (Teri Hatcher), che avevamo lasciato felicemente sposata e con un pargolo da accudire, torna a essere single e vive una relazione occasionale con il suo imbianchino. Bree Hodge (Marcia Cross) da icona della perfetta moglie e casalinga americana si trasforma in donna manager votata alla carriera, a discapito della vita coniugale e affettiva. Lynette Scavo (Felicity Huffman) dopo aver combattuto il cancro torna ad occuparsi dei figli, ora alle prese con i problemi adolescenziali, e del marito, in preda alla tipica crisi di mezza età. Gabrielle Solis (Eva Longoria) è diventata madre di due bambine con qualche chilo in eccesso e si occupa della casa e del marito, rimasto cieco nella stagione precedente.
La linea più interessante spetta proprio a Gabrielle, il personaggio che forse è cambiato maggiormente nell’arco delle stagioni: da moglie fedifraga e preoccupata unicamente dei soldi la ritroviamo innamorata più che mai del marito e alle prese con i problemi di obesità delle figlie. Sembra una pena dantesca quella inflitta dagli sceneggiatori a Gabrielle: un’ex modella, per la quale l’aspetto e la ricchezza erano tutto, si ritrova per la prima volta a fare davvero la casalinga.
La vediamo lottare per arrivare a fine mese, combattere con vestiti che alle figlie risultano sempre troppo stretti, accudire un marito cieco che non è più interessato al suo aspetto esteriore e confrontarsi con la sua immagine riflessa nello specchio nella quale sembra non riconoscersi più. Ma forse è in questa quinta stagione che vedremo Gabrielle più felice che mai.
È proprio quando il telefilm mostra le contraddizioni tra apparenza e realtà e tra aspetti diversi del carattere delle protagoniste che la storia si eleva, suscitando empatia nello spettatore – o meglio spettatrice – che si rispecchia nella vita apparentemente perfetta di queste donne. Peccato che questi momenti siano delle perle un po’ troppo rare e che tutto il contorno, per quanto magistralmente e abilmente confezionato, incominci un po’ a stancare lo spettatore.