Avverte la voce narrante allinizio del film: «Questa è la storia di un ragazzo che incontra una ragazza.
Il ragazzo, Tom Hansen, è cresciuto con lidea che non sarebbe mai potuto essere veramente felice, finché non avesse incontrato lanima gemella. La ragazza, Summer Finn, non era della stessa opinione. Tom incontrò Summer l8 Gennaio, e capì subito che era lei, quella che stava aspettando. Questa è la storia di un ragazzo che incontra una ragazza. Ma dovete sapere fin dora che questa non è una storia damore.

Se con storia damore intendete quelle scintillanti confezioni-regalo hollywoodiane al cui interno potete trovare un Lui ammaliante ed enigmatico e una Lei romanticamente in attesa del principe azzurro, che entro unora e mezza dallinizio della proiezione convoleranno a giuste nozze, allora no, 500 Giorni insieme (titolo originale, 500 Days of Summer), non è una love story.
Quella di Marc Webb è pittosto unistantanea che ritrae incertezze e contraddizioni sentimentali di una generazione.

Tom, sensibile e tenero giovane, messo da parte il sogno di diventare architetto, lavora in unagenzia di biglietti dauguri; la routine di giornate trascorse a inventare slogan per celebrare matrimoni e compleanni, viene sconvolta dallarrivo di Summer (Sole, nella versione italiana), nuova segretaria dellufficio.
Con il masochismo che contraddistingue il genere femminile in questi frangenti, Tom se ne innamora allistante. A seguire, in un continuo andirivieni temporale, la cronaca del loro rapporto, articolata in cinquecento giorni.

«Non ho un ragazzo perché non lo voglio. Le relazioni sono un casino e fanno male. Siamo giovani, a che servono?
«Ma è amore, non è Babbo Natale
«Non esiste una cosa come lamore. E fantasia

 

Il film di Marc Webb segna un primo punto a suo favore invertendo la stereotipata antitesi tra maschile cinismo dei sentimenti e romantico ottimismo femminile.
Qui è Tom a struggersi, a ossessionare gli amici (devo invitarla ad uscire? Non devo? La chiamo io? Aspetto che mi chiami lei?), a perdersi in sogni poetici sul suo futuro con Summer.
Particolarmente interessante la riflessione sull’amore che traspare in controluce dai dialoghi dei protagonisti: cosa significa essere innamorati? Che valore hanno le parole in un rapporto? Cosa può spingerti a decidere di prenderti cura di un’altra persona per il resto della vita?

 

Graffianti e ironiche le citazioni più o meno implicite che costellano il film: Bergman, Nouvelle vague e dialoghi di sapore alleniano. Particolare lode va tributata allo spassoso inserto in stile musical in cui il protagonista, per dar sfogo all’incontenibile gioia di aver appena passato la notte con Summer, si esibisce in un balletto (parodia, questa, de Come d’incanto).
Decisamente funzionale alla storia e di notevole raffinatezza la colonna sonora, che spazia da Simon&Garfunkel a Regina Spektor fino agli Smiths.

 

Nel complesso, quindi, un film non solo ben sceneggiato, diretto e recitato, ma anche un utile spunto di riflessione personale.