I Cesaroni son tornati su Canale 5 con un bel botto: 27,47% di share con 7.600.000 spettatori. Tutto era stato preparato a dovere per lanciare la terza serie della fiction e per convincere il pubblico che questa è la serie televisiva più amata dagli italiani. Alla fine di gennaio è anche uscito da traino in libreria “Ovunque andrai” firmato da Marco ed Eva, due protagonisti della famiglia allargata, per far arrivare i telespettatori pronti alle nuove puntate attraverso lo loro farsa d’amore. L’ultrà Claudio Amendola è anche il conduttore di Scherzi a parte, per fortuna affiancato da Teo Mammuccari. Niente è stato lasciato al caso. Una vera e propria brand extension della fiction. In questa prima puntata s’intrecciano la storia di Eva che dopo aver tradito il suo lui con Marco, va a New York a studiare e convivere con il fidanzato, ma è un dramma. Alla Garbatella va invece in onda il paradosso: stanno per costruire un centro commerciale davanti alla bottiglieria. Il quartiere insorge e promuove una colletta ed un spettacolo per raccattare i soldi necessari per ristrutturare lo stabile. Una specie di Corrida in cui manca solo Gerry Scotti. In breve, i due Cesaroni e il meccanico Max Tortora improvvisano uno spogliarello alla Full monty per salvare l’incasso ed il quartiere. Una domanda, è stato Veltroni o Alemanno a dare il via libera all speculazione edilizia? Sicuramente il nuovo sindaco.



Un colpo alla botte, il dramma, e uno al cerchio, la commedia, che si incrociano e si uniscono forse per far salire il livello qualitativo del racconto, che però precipita con il figlio del meccanico Max Tortora che insegna al figlio dei Cesaroni come far colpo con le ragazze (pacco e contropacco) e si fa scoprire nudo con i preservativi gonfiati ai piedi dal padre della sua bella. Scenette da cinepanettoni alla De Sica.



Le ambientazioni solari e romanocentriche (troppo) sono rimaste, così come le camice botton down alla Veltroni dei protagonisti. Il grillo parlante della fiction è il figlio più piccolo dei Cesaroni, Mimmo, che pontifica come nella scorsa serie all’inizio della trama. Si ride poco, non si piange per niente. Tutto qui, niente di nuovo.

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