È partito il Festival con un boom di ascolti: la prima parte sino alle ore 23:00 ha portato a casa il 47% di share con 14.000.000 di telespettatori, mentre la seconda parte ne ha avuti 6.600.000 con il 49% di share. Raitre ha tenuto botta con Ballarò con il 10%, Canale 5 con Ris è andata al 14%, mentre Retequattro ha subito un 4%.
Bonolis salvatore della Rai? È la prima sera ma probabilmente sarà così per tutto il Festival.
Il format è sempre lo stesso, non è cambiato dalle altre edizioni, ma la preparazione dell’evento è stata scientifica: elementi giusti al posto e al momento giusto.
Furba l’idea di partire con una bimba per intenerire il pubblico e poi passare al video della virtuale, ma eterna Mina.
Nessun tempo morto, conduzione frizzante di Paolino, scelta azzeccata dei cantanti, Iva e Al Bano per i matusa, Gemelli diversi e Afterhours per i più giovani, che sono così stati attratti dalla trasmissione mentre il top degli ascolti musicali è stato Povia..
Nel giorno nero di Uolter Weltroni, il popolo di sinistra ha trovato il suo nuovo leader in Roberto Benigni, l’uomo giusto al momento giusto.Potrà essere elevato ad anti-Cavaliere: parla con barzellette come fa lui, ha capacità di stare in video e dato gli ascolti ha unconsenso di pubblico notevole. Il top per lui è stata la poesiadi Oscar Wilde, con il 60% di share.
È sembrato un atto riparatorio anticipato, poiché poco dopo Povia ha cantato Luca era gay, canzone alla ribalta già da tanti giorni per lepolemiche dell’Arcigay. L’esibizione di Povia ha fatto restare lo share a più del 54%, ma la commedia è continuata, Paolino ha dato la parola a Grillini (presidente dell’Arcigay) che ha letto un sms di un amico omosessuale rimasto solo per la morte del compagno.
Una par condicio alla sanremese, che non ha scontentato nessuno, ma preparata ad arte: Benigni recitava Wilde e la regia inquadrava Grillini che applaudiva, mentre alla fine della canzone di Povia, veniva inquadrato che dissentiva. Furbo quel Bonolis.
A proposito, una nota dolente sulla regia, le riprese delle canzoni avevano degli stacchi velocissimi, da videoclip, quasi schizzofrenici, mentre l’utilizzo prolungato della flycam dall’alto faceva venire il mal d’aria. Ma questo è il linguaggio tv adatto ai più giovani, stile Mtv.
Il popolo ha bisogno di svaghi, perche pensare alla morte, agli stupri e all’economia in crisi? Gaurdiamoci il Grande Fratello e il Festival e la vita ci sorriderà…
«In un secolo in cui i mezzi di comunicazione divulgano infinite stupidaggini, l’uomo non si definisce colto per quello che sa ma per quello che ignora».
Chi indovina l’autore dell’aforisma vince un pacco di Affari Tuoi.