E’ nata il 1 settembre 1981 a San Giacomo di Roburent, un paesino di montagna di 300 abitanti in provincia di Cuneo. Un luogo dove ancora si respira l’atmosfera genuina e pulita di una vita con importanti e solidi valori, lontana dallo stress metropolitano, dalla frenesia incredibile delle grandi città. Donatella Salvatico, modella, indossatrice e ora attrice di discreto successo è una ragazza con le idee chiare. Le importa far bene nella sua professione ma al primo posto antepone quello stile di vita che ha sempre portato dentro di se nella sua esistenza. Sin da quando nel 1999 partecipò a quell’edizione di Miss Italia, un trampolino di lancio di una carriera che la vedeva comunque già modella di notevole importanza. Da qui l’inizio di un’importante ascesa professionale che l’ha vista perfezionarsi nelle sue capacità creative e recitative. La formazione che Donatella ha fatto è stata rilevante. C’è stato il laboratorio “Formazione dell’attore” tra il 1998 e il 2000 in Piemonte. Nel 2001 lo stage intensivo presso la scuola di Beatrice Bracco.



Nel 2002 la partecipazione a vari seminari sulle tecniche d’improvvisazione presso la scuola “Il Cinema Oggi”. Nel 2003 il seminario di K. Marchand attrice del Living Theatre. Nel 2004 lo stage trimestrale finalizzato all’apprendimento del metodo Stanislavskij. Nel 2003/2004 la Scuola internazionale dell’attore “Permis De Conduire” diretta da Massimiliano Milesi presso il teatro Agorà. Nel 2005 la Scuola di “S.Pietro” diretta da Claudio Bocaccini. Un artista completa e preparata, che ha studiato tantissimo per perfezionarsi: recitazione. espressione corporea, teatro danza, dizione, biomeccanica, mimo, storia del teatro, tecniche di improvvisazione. Un personaggio che non s’è per nulla montata la testa, ha mantenuto anche in un ambiente importante come quello dello spettacolo quella semplicità delle sue radici. Avendo nel cantiere una serie incredibile di apparizioni da quella al “Tg giro al “Processo alla tappa” alla partecipazione a “L’eredità” In tv tantissime le fiction da “Bellissime” di Dino Risi a “Baldini e Simoni” a “Distretto di polizia” a “Amanti e segreti 2”. E poi “Butta la luna”, “Le ragazze di San Frediano”, “Il capitano 2”, “Ris” fino a “Un caso di coscienza 4”. Cortometraggi di notevole rilievo come “Ma che freddo fa”, “Zingara, gitana, mendicante”, “In de ghetto”, “Occhi da gatta”, “Siamo tutti dentro”, “La notte bianca”. E a teatro “La stanza dei cappotti”, “Il giardino dei ciliegi”, “Tuo affezionatissimo Anton Cechov”, “Barricate”, “Fran”.



A dimostrare questa sua incredibile bravura sono quindi venuti i riconoscimenti. Nel 2006 ha vinto il titolo di miglior attrice protagonista al Festival Internazionale del “Molise Film Festival” per il cortometraggio “La notte bianca”. Nel 2007 ha vinto il titolo di miglior attrice emergente nella quarta edizione del concorso “L’altra Italia vite da premio”.

Già nel suo futuro ci potrebbe essere il cinema, per diventare anche una star del grande schermo, soprattutto in un momento in cui l’Italia ha bisogno di volti nuovi per celebrare ancora come un tempo i fasti di Sofia Loren, Claudia Cardinale e Gina Lollobrigida. Magari per recitare in un film di Tornatore, Almodovar o Nanni Moretti.



Sempre nel nostro paese perché Donatella non sogna di andare a Hollywood. E’ troppo innamorata del nostro paese e vorrebbe continuare la sua carriera qui da noi. Certo non sono anni facili quelli per il mondo del cinema e anche tutti quelli dell’arte. I tempi della “La dolce vita” di Fellini sono finiti e quelli in cui Cinecittà era il luogo dove si giravano le grandi produzioni americane. Anni di crisi. Forse anche perché lo stato italiano più di tanto non aiuta il cinema come in Francia ad esempio. Ma sono anni di crisi a livello totale, politico, sociale e di costume in cui mancano i grandi personaggi di una volta. E anche questo si riflette sul mondo del cinema e quello dell’arte in generale. E’ così del resto. Come quella vita dell’attore che deve sempre impersonificare mille ruoli, in una sorta di transfert psicologico dentro il proprio animo.

Ma Donatella ama i mille risvolti di questo lavoro, che l’ha porta a viaggiare, a conoscere mille posti. Trieste città di frontiera. Anzio, il mare. La Bulgaria porta verso l’oriente. Una vita sempre in movimento, alla ricerca di quella creatività che è alla base di ogni forma d’arte. Leggere, ascoltare musica, la passione indescrivibile per il teatro. L’ammirazione per una grande attrice come Paola Cortellesi. La voglia un giorno di impersonificare anche ruoli comici. E poi i grandi valori di Donatella Salvatico, la fede cristiana, quell’equilibrio interiore a cui è legata, il sano realismo di una ragazza che resta attaccata a quel paesino di montagna dove è nata. Il suo punto di riferimento principale quella forza interiore che fa parte del temperamento di Donatella.

(Franco Vittadini)