Antonellina Clerici continua a fare botti con Ti lascio una canzone, ieri sera ha avuto il 31,52% di share con 6.300.000 telespettatori mentre la media dopo quattro puntate è di 30,25 con 6.350.000 teste. Il programma va a gonfie vele tanto da aver costretto il consunto Bagaglino di Canale 5 a chiudere in anticipo.

Un rientro alla grande quello della conduttrice dopo il fermo maternità. Mentre dava alla luce la sua piccolina, il direttore di Raduno, Fabrizio Del Noce, le scippava la poltrona per darla a una delle sue giovani pupille. Perdeva perciò il Treno dei Desideri e La Prova del cuoco. Quest’ultima trasmissione l’ha portata alla ribalta e alla consacrazione a Raiuno, ma, secondo Del Noce, Antonellina costa troppo e perciò viene prescelta solo per Ti lascio una canzone. Forse in questo format il direttore non credeva molto e poi avendo una cadenza settimanale e non quotidiana, il cachet della conduttrice si abbassava notevolmente. Morale, la nuova donna amata dagli italiani ha abbozzato controvoglia, ma si è portata a casa una prima serata di Rai Uno. E subito è stato un successo.



In tempi in cui il talent show sta invadendo la tv, perché non investire su un format che abbini musica e ragazzini? Così è stato. In pratica uno Zecchino d’oro dove i bambini cantano canzoni storiche degli adulti. Una trovata semplice ma efficace.

La produzione è della Ballandi, sì quella che normalmente è una sicurezza di qualità e di ascolti. La location è l’Ariston di Sanremo. In pratica la costosa scenografia del Festival viene ammortizzata alla grande. Il format come dicevo è semplice, dei ragazzini cantano live con l’orchestra canzoni classiche famose. Mago Zurlì è stato archiviato e sostituito con la fata turchina Antonellina. C’è sempre il televoto, un modo per votare i migliori e per spillar soldi ai telespettatori. Più che uno Zecchino d’oro è una festival di Sanremo junior. C’è chiaramente una giuria come in tutti i talent, formata da ospiti dello spettacolo che a rotazione si pavoneggiano con la fatina. Tra tutti un talent scout d’eccezione, giurato fisso, Claudio Cecchetto. Lui che lanciò Jovanotti, Fiorello, Scotti, Amadeus, Marco Baldini, gli 883, Max Pezzali, Sandy Marton, Sabrina Salerno, Tracy Spencer, Dj Francesco ed i Finley, ha pensato come nel calcio di partire dai più piccoli.



I ragazzini sono le star della serata, oltre che cantanti, vi sono coriste e ballerini, manca solo l’orchestra, quella per ora è stata lasciata ai grandi. Così come la comicità, ma il duo adulto che calca il palco dell’Ariston più che ridere fa piangere. Aggiungiamoci dei veri cantanti adulti, come la vincitrice di Amici, che duettano dal vivo con i cantanti junior e siamo al completo. La confezione registica è ok, identica al festival senior, il dispiego di mezzi è quasi identico.

In tempo di disastri economici e terrestri, l’ascoltare vecchie canzoni famose interpretate da ragazzi dai 9 ai 16 anni rasserena l’inquietudine che è in noi, ci trasporta in un mondo di serenità apparente e parziale. Un programma nazionalpopolare che ben si adatta alla Clerici.



Una cosa mi stupisce di questa trasmissione e mi turba: i piccoli cantanti sembrano grandi, sia nell’abbigliamento, giacchette e cravatte, tacchi e trucco. Sono così immedesimati nelle loro performance di sembrare i vari Fausto Leali o Massimo Ranieri in miniatura. Bravi e volenterosi, non c’è che dire, il pubblico dell’Ariston si alza battendo le mani in segno di ammirazione al termine di ogni performance.

Un’altra cosa stride, è strano e inconsueto ascoltare, dalla voce di bambini inconsapevoli e cotonati da adulti, una canzone tipo Rose rosse per te oppure altre che parlano di emozioni , di amori, di insuccessi, di esperienze umane mature. Non è meglio far cantare loro Torero Camomillo o la Vispa Teresa dello Zecchino d’oro?

Tutto quanto fa spettacolo.

A quando un La sai l’ultima interpretata da bambini? Forse è già stata fatta. Ed allora, a quando un reality show ambientato per i più piccoli durante la ricreazione, il doposcuola o l’oratorio?

Ma voi genitori cosa dite?