The human whose name is written in this note shall die. L’umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà. Il potere di un uomo sull’altro uomo. Questo il leitmotiv di uno dei manga di maggior successo negli ultimi tempi, “Death Note”.

La storia è semplice, quasi banale: un demone giapponese “addetto” alla morte degli esseri umani smarrisce il proprio libro del destino, all’interno del quale si descrive la morte di ogni individuo che puntualmente si verifica nel dettaglio.



A rinvenire l’oggetto un brillante studente nipponico, Light Yagami, annoiato dalla vita e schifato dal crimine.

Il passaggio logico è abbastanza intuibile: il mondo avrà trovato un nuovo giustiziere.

Coprotagonista dell’intera vicenda sarà un altrettanto affascinante individuo: “L”, l’agente investigativo più geniale dell’intero Sol Levante, anch’egli dotato di misteriosi poteri.



Darà la caccia a quello che la stampa chiama “Kira”, ovviamente Yagami, così ribattezzato a causa della pronuncia che i nipponici applicano alla parola inglese “killer”.

Senza anticipare nulla a chi volesse intraprendere la lettura di questo manga diciamo solo che, com’è d’aspettarsi dalle premesse, l’azione stratipa da ogni pagina.

Dalla fantasia della misteriosa autrice Tsugumi Ohba e dall’esperto tratto di Takeshi Obata un fumetto che ha riscosso un successo planetario e al quale sono seguiti tre film action e una serie animata televisiva.

Sembra venire sempre più di moda il tema del giustizialismo che porta alla violenza, forse retaggio di un’ideologia che nel secolo scorso prefiggendosi di costruire il paradiso sulla terra causò milioni di morti. E se la strada dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni non fanno eccezione a questa logica gli ideali di un mondo migliore impugnati dal protagonista di questa macabra vicenda.