Un salto nel futuro prossimo con i piedi ben piantati nel presente. Questo sono i Los Angeles screenings, il mercato che tutti gli anni, a fine maggio, raduna oltre 1200 fra dirigenti e professionals delle televisioni di tutto il mondo per visionare il prodotto seriale che i maggiori studios (case di produzione, per dirla meglio) si apprestano a produrre per network e cable e che saranno in onda sul mercato americano a partire dal prossimo autunno. L’appuntamento segue immediatamente un altro incontro fondamentale , gli upfronts, che si svolge a New York, una sorta di convention fra dirigenti delle reti televisive con la stampa e, cosa ancora più importante, con i grandi inserzionisti pubblicitari. In occasione degli upfronts, da una parte i grandi network annunciano i loro palinsesti autunnali e dall’altra parte i clienti pubblicitari possono cominciare ad acquistare spazi commerciali diversi mesi prima che inizi la stagione televisiva.
Diverso, invece, è l’obiettivo degli screenings: riunire professionisti da tutto il mondo per un interesse reciproco: anzitutto, dal punto di vista di chi vende, si tratta di prodotti talmente costosi che per essere portati avanti e ripagati richiedono i soldi del mercato mondiale. E’apparsa in questi giorni la notizia che Hugh Laurie, il mitico dottor House, ha accettato di continuare a impersonare il medico un po’ matto e drogato ma geniale e profondamente umano per la modica cifra di 9 milioni di dollari all’anno (che vuol dire circa 400mila dollari a puntate). E’ prodotto qualitativamente molto elevato, gli attori delle serie di successo diventano vere e proprie star, ma, proprio per questo è prodotto costoso. Invece, sull’altro versante, quello di chi acquista, la constatazione è che i racconti che provengono dal mercato americano hanno ancora una capacità unica di fascinazione sul pubblico di tutto il mondo. Limitandoci alla televisione italiana è proprio da qui che sono arrivati sugli schermi nostrani classici come X-Files, ER-Medici in prima linea oppure i più recenti Dottor House o Grey’s anatomy. Prodotti come CSI o Senza traccia, NCIS o Cold case sono successi non solo in Italia ma in tutta Europa.
Gli screenings sono un mercato strutturato in maniera unica: per una settimana intera le major ricevono a casa propria i potenziali acquirenti, suddivisi per area geografica, in modo che a fine settimana tutti abbiano potuto vedere tutto. Immaginate che ogni mattina i clienti sono presi e portati negli studios e si chiudono fino a sera in grandi cinema o piccole sale di visionamento, da soli o con centinaia di colleghi provenienti da ogni parte del globo a guardare il prodotto.
Esperienza appassionante ed appagante, ma che produce anche pericolose sensazioni di intossicazione narrativa e insidiosi effetti di confusione fra realtà e fiction. Ogni volta, dopo giornate passate così, quando per strada si vede passare un’auto della polizia o si sente la sirena di un’ambulanza ci si chiede se è vera o non si stia piuttosto sul set di qualche altra produzione.
Ma questa è Hollywood: un luogo unico, dove capita di sentir parlare i responsabili delle major di aspetti finanziari con la stessa identica naturalezza e competenza con cui due minuti dopo raccontano gli sviluppi narrativi delle serie che presentano. Il business è uno, sembrano volerci dire. E lo presidiamo dall’inizio alla fine.
E forse, è proprio questa una delle ragioni dall’abbondanza quantitativa e della eccellenza qualitativa del prodotto d’oltreoceano.
1 – continua