New Moon – Dalla folgorante ascesa di Robert Pattinson e KirSten Stewart si può comprendere la portata del fenomeno: il “luogo” dove ciò avviene più evidentemente, più della quantità di pagine scritte sui magazine, più degli speciali tv, più delle apparizioni di Pattinson e soci a eventi vari (l’ultima: gli Mtv Movie Awards, in cui Twilight l’ha fatta da padrone), è il web. Intasato, letteralmente, di siti dedicati (alla saga letteraria, all’autrice, alle trasposizioni cinematografiche, ai singoli attori, al gossip che li riguarda).



Non è certo la prima volta che questo accade rispetto a un film o a un attore, ma non si può non rimanere colpiti di fronte non solo alla quantità di siti di twilighters, alla loro ricchezza e completezza (veri e propri diari di bordo del set – ora di New Moon -, nonché un seguire passo passo con documentazione di ogni tipo – foto, filmati, interviste – le vite e le carriere di tutti i protagonisti della saga) e alla quantità di diversi Paesi di provenienza di questi siti.



La vocazione della vera fan della saga è infatti quella di gridare a tutto il mondo il proprio amore per l’universo creato dalla Meyer e la sua missione è quella di far conoscere il più possibile una simile bellezza. Per questo si intrufolano in qualsiasi anfratto della Rete, anche non specificamente incentrato su Twilight, per lasciare un commento sotto la foto di Pattinson o della Stewart, etc., al quale se ne aggiungono subito moltissimi altri, ritagliandosi così un po’ ovunque tanti angoli-Twilight. Oppure tempestano di mail le riviste cinematografiche richiedendo maggiore attenzione verso i loro beniamini.



Ma questo era prima di Twilight, quando in Italia l’ondata del fenomeno innanzitutto letterario è arrivata un batter di ciglia dopo che negli Usa. Ora non c’è bisogno che questa macchina macina-incassi sia spinta dai fans: la stampa le si è ormai inchinata da tempo. Il motivo di tanto successo? Evidentemente la storia di Edward e Bella propone a chi l’ha prima letta e poi vista qualcosa che piace molto, moltissimo.

Più ancora: sembra aver scoperchiato desideri profondi e aver acceso così l’entusiasmo di chi può dire finalmente: «ecco, questo è quello che voglio!». A partire dall’amore tra i protagonisti. Il quale è investito di una parola impegnativa e di cui gli amori dati in pasto ai ragazzi di oggi con film, libri, etc., sono abbastanza all’oscuro: “eternità”. Edward e Bella vogliono che il loro amore duri per sempre, ma non lo dicono solamente (questo sarebbe piuttosto comune): lottano in più di un modo perché ciò avvenga davvero, e si costruiranno, col tempo e non senza romanzesche e gotiche difficoltà, una famiglia non come punto di arrivo del loro legame, non come cosiddetta tomba del loro amore, ma come il luminoso inizio di una vita che si prospetta ancora più bella di quella vissuta fino a quel punto.

Un unione tra i due che ha quasi del soprannaturale (non a caso in Eclipse sarà citato Cime tempestose di Emily Brönte, in cui i protagonisti Heathcliff e Catherine sembrano indissolubili, nella vita come dopo la morte). Un “oltre” le loro stesse volontà cui debbono piegarsi. E che non li tradisce mai. Troppo metafisico per quello che in fondo è il racconto del primo vero amore di due ragazzi?

Di sicuro c’è che il livello culturale proposto da Edward e Bella alza il tiro verso teenager e dintorni. E che anche questo ha dell’inusuale. Lui tratta lei con rispetto e, vuoi anche per paura di farle del male fisico (i vampiri devono sempre disciplinare la propria forza con gli umani…), non la sfiora con un dito (le mamme dei twilighters ringraziano). È colto: legge (molto, ha avuto un sacco di tempo libero negli ultimi 90 anni…), suona il pianoforte, ascolta musica classica (incontrando così il gusto di lei: « “Clair de lune” (di Debussy, ndr) è forte», gli dice Bella). Lei non dà molto peso all’apparenza, né è il tipo autodistruttivo/depresso: è anzi tenacemente attaccata alla vita, nonostante la sua creatrice le faccia sfiorare la morte più volte, e si fa sopraffare volentieri da tutto ciò che è bello. Come Edward.

Un fenomeno, quello di Twilight e dell’atteso New Moon, che forse suggerisce qualcosa sul cuore degli estimatori (giovani e meno) della saga: un cuore che, a differenza di quello dei vampiri, pulsa. Eccome.