Anch’io ero davanti alla tv, quella notte. Ero a Milano, nella stessa casa dove abito ora, e che allora era di mia suocera. Ricordo che faceva un caldo infernale, e che ci sembrava di essere dentro un film di fantascienza.

Tito Stagno riempiva tutto lo schermo dello scatolone tv in bianco e nero con i suoi occhialoni spessi, e noi ci bevevamo tutte le informazioni tecniche sul Lem e sulle fasi di allunaggio.



Ho ritrovato ben poco di quelle emozioni nel programma dell’unica rete televisiva che si è occupata dell’evento, La7.

E mi spiace, perché in genere in queste cose La7 di solito si distingue. La scelta di usare spezzoni di film e di fiction sull’argomento non ha giovato per nulla al racconto, non c’era tensione drammatica, insomma mi è parso un compito scolastico degli allievi della scuola di cinematografia. Gli elementi c’erano tutti, ma la tensione no, quella mancava proprio. E così mi sono pure appisolato un po’. Per risvegliarmi vedendo un altro programma con spezzoni d’epoca e commenti di Arbore (ancora!), Magalli (ma perché?), Italo Moscati (assai meglio), Dacia Maraini (almeno lei allora era a Cape Canaveral).



Carina l’idea di far vedere spezzoni di film comici sullo sbarco, di Totò e Franchi e Ingrassia, giusto per spiegare l’impatto complessivo sulla società dell’evento, spettacolo incluso.

Nel complesso però è rimasta l’idea di quelle insalate russe comprate in salumeria, fatte con quella maionese modesta e insapore.

Peccato, una bella occasione persa. Una grande occasione persa soprattutto dalla Rai, che con tutto il patrimonio delle Teche avrebbe potuto fare un programmone…

Peccato, peccato, peccato. E così non resta altro da dire.

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