Gli ultimi dati sul trend degli investimenti pubblicitari forniti nei giorni scorsi da UPA e Assocomunicazione confermano il non facile momento in cui si trovano i media: soffrono, e non poco, i mezzi classici, mentre i mezzi nuovi come internet crescono in percentuale, ma con volumi molto piccoli in valori assoluti. A questa crisi di risorse si aggiunge un notevole mutamento nell’approccio degli utenti ai vari mezzi, alla quale si sovrappone a sua volta la complicazione indotta dalla transizione (per quanto riguarda la tv) dall’analogico al digitale.
Emerge un fattore critico per eccellenza: il tempo.
Le giovani generazioni dedicano sempre meno tempo a singoli pezzi di media, e quindi crescono con l’abitudine a collezionare frammenti. Gli adulti e gli anziani, abituati alla serialità e alla ripetitività, sembrano invece frastornati dalla improvvisa disponibilità di canali tra cui scegliere. In questo contesto, tutta la faccenda si complica ancora di più dal lato dell’offerta, perché gli editori si trovano a fronteggiare la necessità di investire in nuove modalità di offerta di spettacolo e informazione proprio nel momento in cui sono obbligati a tagliare i bilanci.
La transizione più complicata riguarda la carta stampata: quasi nessun editore riesce a far pagare le edizioni on-line che fino a ieri hanno messo gratuitamente a disposizione dei lettori. Ma giornali e periodici stanno per affrontare una nuova grande soluzione di continuità: l’avvento di Kindle di Amazon (su YouTube trovate la dimostrazione di come funziona), permette già oggi di far arrivare sotto gli occhi del lettore qualsiasi testo scritto – dai giornali ai libri – eliminando completamente la carta e l’intermediazione della distribuzione.
Sempre attento al mutamento dello scenario dei media, Rupert Murdoch ha dichiarato all’Observer: “Riesco a immaginare il giorno in cui non ci saranno più carta stampata, inchiostro e macchine tipografiche. Ci vorrà tempo; questa è una trasformazione generazionale, ma non c’è dubbio che i giovani non compreranno più i giornali tradizionali”. E’ facile quindi prevedere che la battaglia sarà tutta sulla qualità dei contenuti, perché le semplici notizie costituiscono la risorsa che abbonda di più sul web. La conferma di quanto sto dicendo è la costante crescita dei lettori de IlSussidiario.net che ha appena girato la boa del milione di lettori unici (giugno). Non a caso è stato battezzato “il quotidiano approfondito”: poteva quasi apparire un ossimoro, una contraddizione di termini, e invece si sta rivelando una intuizione di marketing assai ben centrata.
Ritornando al tempo come fattore critico, la case-history de IlSussidiario.net insegna che di fronte alla crescente mancanza di tempo tipica della nostra epoca, si possono avere due tipi di reazione: la ricerca di contenuti brevi, oppure la ricerca di approfondimenti che danno maggior valore al tempo impiegato per leggerli. Queste due reazioni caratterizzano inoltre due tipologie di persone: quelle che tendono a vivere sempre più di frammenti, diventando distratte prede della virtualità come fatto ludico, e quelle che la realtà la vogliono capire, interpretare, per poter prendere la vita nelle proprie mani e essere interpreti del cambiamento.
E’ confortante che siano così tanti a scegliere la seconda opzione, e che lo facciano scegliendo la più giovane e recente delle proposte on-line.