Dal 2 al 12 settembre Venezia torna ad essere animata da uno dei festival cinematografici più importanti al mondo. Per la precisione dalla 66esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, diretta per il sesto anno consecutivo da Marco Müller.
La kermesse sarà inaugurata in realtà l’1 settembre da una giornata di pre-apertura con la proiezione gratuita del capolavoro di Mario Monicelli La grande guerra. Un omaggio che cade esattamente 50 anni dopo il Leone d’Oro vinto al Festival dalla pellicola (ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini) nominata all’Oscar e interpretata da Vittorio Gassman e Alberto Sordi, qui in una versione lunga ricostruitacon un restauro realizzato daAurelio De Laurentiise dalla Cineteca Nazionale, con la supervisione del direttore della fotografia Giuseppe Rotunno.
La vera e propria cerimonia d’apertura, condotta dalla madrina Maria Grazia Cucinotta, si svolgerà il 2 settembre e comprenderà la proiezione in prima assoluta mondiale di Baaria di Giuseppe Tornatore (in concorso). Le sezioni in cui sono articolati i film del Festival, oltre a quella del concorso (Venezia 66), sono: Fuori Concorso, Orizzonti, Controcampo Italiano, Corto Cortissimo e Questi Fantasmi (retrospettiva), e due sezioni autonome, ovvero Settimana Internazionale della Critica e Giornate degli Autori.
Oltre che alla Grande guerra, la Mostra renderà omaggio a una figura di spicco del panorama cinematografico italiano recentemente scomparsa: Tullio Kezich, lo storico critico del Corriere della Sera (sua anche la sceneggiatura del film Leone d’Oro del 1988, La leggenda del santo bevitore di Ermanno Olmi), cui verrà anche intitolato il concorso per giovani saggisti di cinema della Mostra, quest’anno lanciato per la prima volta online.
La giuria di Venezia 66 sarà presieduta da Ang Lee (di cui ben due film si sono portati a casa il Leone d’Oro da Venezia: I segreti di Brokeback Mountain nel 2005 e Lussuria nel2007) e sarà composta da: Sergei Bodrov, Sandrine Bonnaire, Liliana Cavani, Joe Dante, Anurag Kashyap e, a sorpresa, il rocker (e regista) Luciano Ligabue.
Ricchissimo l’elenco di film in concorso (ma molti i titoli interessanti e da tenere d’occhio anche nelle altre sezioni). Tra questi, Soul Kitchen del tedesco di origine turca Fatih Akin, ancora in attesa di una conferma internazionale dopo il film che l’ha fatto apprezzare, La sposa turca. La Mostra sarà un importante banco di prova per Giuseppe Capotondi, al momento in curriculum “solo” spot tv, ma già considerato uno dei nostri registi più promettenti, il cui biglietto da visita è un film, La doppia ora, che per essere un’opera prima vanta un cast di tutto rispetto di cui fan parte Ksenia Rappoport, Filippo Timi e Giorgio Colangeli. Il francese Patrice Chérau e Francesca Comencini presentano film drammatici: il primo Persécution (con Romain Duris, Charlotte Gainsbourg e Jean Hugues Anglade) e la seconda Lo spazio bianco (con Margherita Buy).
Isabelle Huppert, presidentessa uscente del Festival di Cannes, si cala nuovamente nei panni a lei congeniali di attrice per il film presentato in concorso White Material della connazionale Claire Denis. L’americano Jared Leto, la tedesca Diane Kruger, la canadese Sarah Polley, l’inglese Rhys Ifans e l’italiana Chiara Caselli recitano per il regista belga Jaco Van Dormael in Mr. Nobody che sconfina nel fantasy e nella fantascienza.
Dalle passerelle al set per Tom Ford, l’uomo dietro alle firme Gucci e Yves Saint Laurent, che porta al Lido il suo Single Man, con Colin Firth, Julianne Moore e Matthew Goode. Werner Herzog è in concorso con Bad Lieutenant: Porto f Call New Orleans, seguito ideale del Cattivo tenente (1992) di Abel Ferrara: là c’era Harvey Keitel, qui invece Nicolas Cage, con Eva Mendes, Val Kilmer e il bravissimo Michael Shannon (il figlio squilibrato di Kathy Bates in Revolutionary Road). Attesissima la trasposizione cinematografica de La strada (The Road), lo struggente romanzo di Cormac McCarthy, a opera di John Hillcoat, con Viggo Mortensen, Guy Pearce e Charlize Theron.
Torna a provocare Michael Moore con il suo documentario Capitalism: A Love Story, un titolo che è tutto un programma. E provocherà forse anche Michele Placido con Il grande sogno, sul ’68, con Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Luca Argentero, Laura Morante e Silvio Orlando. L’81enne Jacque Rivette si mette nuovamente in gioco con il drammatico 36 vues du Pic Saint Lup, con Jane Birkin (in competizione quindi con la figlia Charlotte Gainsbourg, nel cast di Persécution) e Sergio Castellitto.
Infine, spazio anche ai film di genere, come l’horror, non molto avvezzo ai festival blasonati come quello di Venezia, ma che qui ha un portavoce d’eccezione, George A Romero, considerato un maestro di quel genere e pronto a spaventare pubblico e critica con Survival of the Dead. Un segnale di apertura da parte del festival verso ciò che non è “canonicamente da festival” confermato dalla scelta dell’evento speciale (a dire il vero è finito in Fuori Concorso) rappresentato dalla proiezione di una versione Director’s Cut di Rambo (quindi Sly sul tappeto rosso in Laguna?). W il nuovo. W Venezia. Speriamo.