Riprende la trasmissione su Canale 5 della serie House MD, la storia del medico misantropo e asociale, campione di gradimento nel pubblico di ogni età. Molti siti sul web si sono occupati della nostra lettura del fenomeno “House MD”, su cui abbiamo recentemente scritto un breve saggio (House MD: follia e fascino di un cult movie. Cantagalli ed). Anche sul sito dell’American Journal of Bioethics, una delle maggiori riviste mondiali di bioetica, se ne parla stupiti, in un articolo (“Dr House is pro-life? Just ask the Vatican”) Abbiamo infatti voluto sottolineare che il vero fenomeno del “fenomeno House” non è altro che un chiaro, evidente, ineluttabile esplosione di senso religioso.



Già: il medico misantropo e dichiaratamente ateo pieno di senso religioso? Proprio così, ma per capirlo, bisogna sapere cos’è il senso religioso. Non ci stupisce che la cultura di oggi confonda il buono col religioso: si crede proprio che il senso religioso sia un fatto da anime pie e predestinate all’ascesi. Cioè un fatto per pochi che vivono in una dimensione diversa da quella delle persone comuni. House può anche non essere “buono” ed essere in cuore religioso, perché il senso religioso non è altro che questo: la certezza che da qualche parte la verità c’è e il desiderio di trovarla: e non è affascinato da una mera curiosità, perché la curiosità non cerca la verità, ama qualcosa che già si è immaginato.



Il libro che abbiamo scritto non è fatto per “arruolare” House, ma in realtà è fatto per spiegare cosa significa davvero il termine “religioso”, dato che quasi nessuno lo sa più. Senso religioso è quanto richiamava don Giussani, facendo riferimento al “cuore”, cioè alla domanda presente in tutti di Verità, di Giustizia e di questo è piena la serie “House MD”; senso religioso è quanto richiama il titolo del recente meeting di Rimini “La conoscenza è sempre un avvenimento”, che presuppone che una reale conoscenza della realtà sia possibile e l’assoggetta alla realtà stessa. Oggi invece si nega che sia possibile conoscere davvero la realtà e si cade sotto i colpi del soggettivismo, e dunque della solitudine; anche ogni giudizio su quanto la scienza offre cade sotto i colpi di un puro soggettivismo, che non parte più dall’oggetto osservato, ma piuttosto dall’idea che ce ne siamo fatti.



E’ un soggettivismo che non è scientifico, ma che oggi va di moda sotto il nome di “autonomia”: io decido “autonomamente” quando inizia la vita umana, indipendentemente da quello che mi dice la biologia; io decido “autonomamente” quando non “posso più vivere” indipendentemente dal fatto che la medicina mi dica che io potrei ancora essere curato o che magari la mia decisione può essere dovuta essa stessa ad una malattia detta depressione. House si oppone in più episodi della serie a questo riduzionismo antiscientifico e non rispondente al bisogno di verità suo personale e di ogni uomo.

La ricerca della verità è il primo passo di uno spirito religioso; il passo successivo è la “mendicanza”, cioè la domanda, e anche di questa troviamo segni chiari in House, quando chiede alla paziente che si vuol far lasciar morire, per dissuaderla, “Devi dirmi cosa è giusto, perché io non lo so!”, o quando parla nella quinta serie con un sacerdote che gli dice che lui si mostra ateo proprio perché cerca chi gli dimostri il contrario, e lui resta senza parole. La cultura attuale, detta “postmoderna” invece insegna che la verità non esiste, è inutile cercarla, tantomeno domandarla; che anche la scienza deve cedere le armi di fronte al soggettivismo (quello per cui se non mi fa comodo certi esseri umani non sono persone, in barba a tutta l’evidenza scientifica). Anche tra i cristiani questo modo di vedere la religiosità come “roba da buoni” può filtrare e generare un moralismo. Perciò, viva House! Viva lo spirito inquieto che, come nella puntata n. 15 della serie 5 (titolo: “Infedele”), distrugge i cliché costruiti contro i preti della chiesa cattolica arrivando ad un forte lirismo e ad una potenza mistica. House uno spirito religioso? Rileggiamo don Giussani e capiremo come questa affermazione non è tanto improbabile. E capiremo, come è successo tutte le volte che ne abbiamo potuto parlare a platee di giovani, perché il cuore del pubblico di ogni età entra in risonanza con questo antieroe dalla barba ispida.