Non si può certo parlare di premonizione dal momento che si tratta di un film girato quasi vent’anni fa, nel 1990. Tutti dobbiamo morire e molto spesso ci sarà capitato di fingere di farlo, magari per far contento un bambino che ci lancia una freccia di gomma, oppure per prendere in giro qualcuno. Ma certamente vista oggi, il giorno in cui Patrick Swayze è morto, la scena finale di “Ghost” fa un certo effetto. Non tanto per il grossolano ingresso di discutibili effetti speciali, quanto per il protagonista che sembra quasi lasciare un viatico esistenziale alla sua “ragazza in arte”, Demi Moore. Quando uscì, Ghost riscosse un grande successo. L’idea di un’anima che continua a rimanere sulla terra per seguire e proteggere la vita della sua amata fece breccia nel cuore delle adolescenti, e continua a farlo. Soprattutto se l’anima in questione ha le sembianze dell’allora smagliante Patrick Swayze. Oggi che Patrick Swayze è davvero morto l’effetto è invertito. C’è compassione e riflessione, non più una facile commozione.



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