Protagonista di Tutti per Bruno è una famiglia allargata. No, non ci siamo sbagliati, non abbiamo confuso la nuova serie targata Mediaset con I Cesaroni. Ciò che unisce, infatti, le due fiction non è solo la presenza di Claudio Amendola e la presunta somiglianza tra i due protagonisti, ma anche il nucleo fondante della narrazione: la famiglia allargata.

La serie, che con i primi due episodi andati in onda venerdì scorso ha totalizzato una share di poco superiore al 20%, torna stasera con due puntate e ci accompagnerà per altre quattro settimane. Scordatevi un nuovo Distretto di polizia o RIS: il genere più popolare e sfruttato della serialità italiana, la detection, in questa serie viene ribaltato e preso in giro.

I poliziotti non sono eroi, i protagonisti non sono unicamente dediti al lavoro, ma sono innanzitutto uomini e, in quanto tali, pieni di difetti. I tre protagonisti della nuova fiction, prodotta per Canale 5 da Mediavivere, sono poliziotti un po imbranati, che non ne combinano una giusta, ma sono a modo loro una squadra, o meglio una famiglia, come afferma la voce narrante del protagonista a inizio puntata.

Come dicevamo, questo sembra lelemento che accomuna Tutti per Bruno ai Cesaroni: nella fiction ambientata alla Garbatella di cui Amendola sta girando in questi giorni la quarta serie si parla di famiglia in senso stretto (o meglio allargato), mentre in Tutti per Bruno la famiglia diventa un concetto più ampio, che ci porta a includere nel nucleo familiare del protagonista anche la sua squadra, composta da Giuliano Scarpa (Antonio Catania) e Luca Corsari (Gabriele Mainetti).

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Complice il fatto che nessun personaggio della serie, se non Bruno, sia sposato: sui protagonisti della fiction è calata inesorabilmente la scure del divorzio. Ce n’è per tutti: dai comprimari di Amendola, il più maturo Giuliano e il giovane Luca, alla mamma del protagonista, interpretata con molta simpatia da Valeria Fabrizi, che addita l’ex marito come “la buon’anima” …peccato poi scoprire che la donna non è vedova, bensì divorziata!

 

L’unico rapporto che rimane saldo, baluardo della fedeltà coniugale, è quello tra l’ispettore Bruno e la moglie Rosy, anche se, sin dai primi episodi, la stabilità di coppia sembra messa in pericolo. L’andamento della serie è semplice: la storia di puntata, un caso investigativo, viene risolto “magicamente” dai protagonisti grazie ad un colpo di fortuna, dopo innumerevoli imprevisti e complicazioni in puro stile sit-com.

 

Il vero collante della narrazione, però, non sono tanto le indagini, quanto le vicende personali dei personaggi: ed ecco introdotto l’elemento amoroso, che non può mancare in ogni fiction che si rispetti. Qui forse un richiamo, non tanto velato, ai Cesaroni lo ritroviamo: laddove Eva s’innamorava del fratellastro Marco, qui Sara, la figlia di Bruno, corteggia in modo sfacciato Luca, il collega del padre, nonché “ex zio” della ragazza in quanto sposato con Silvia, la sorella della madre.

 

Insomma un intreccio amoroso degno di una soap opera che prova a tenere incollati gli spettatori al televisore. I dati auditel non sono confortanti (il programma è stato battuto dal format Rai I raccomandati che ha totalizzato il 21,39% di share) e viene da chiedersi se basteranno la simpatia di Amendola e la buona interpretazione degli attori a fidelizzare il pubblico. La comicità della serie è alquanto povera, le situazioni prevedibili e le battute non troppo riuscite.

 

Insomma non siamo davanti a un altro fenomeno in stile Cesaroni, benché anche Tutti per Bruno sia tratto da un format spagnolo, Los hombres de Paco, che in patria ha riscosso notevole successo arrivando alla nona serie. Nel caso di Tutti per Bruno si tratterà di un unicum o dobbiamo aspettarci altre stagioni in arrivo? Sintonizzatevi stasera alle 21.10 su Canale 5 per dire la vostra.