Libertiamo e Futuro e Libertà hanno presentato oggi la proposta di legge sulla privatizzazione della Rai. E la prima volta che una forza politica, dicono i rappresentanti della proposta, pone con chiarezza sul tavolo una proposta di riforma destinata a mettere profondamente in discussione gli attuali assetti dellemittenza e lo fa da un punto di vista liberale, senza cedere in nulla a allarmamentario di ricette (e soprattutto di parole) caro alla sinistra che appare oggi sempre più datato.

Scopo della riforma proposta è quello di creare uneffettiva concorrenza ed un più effettivo pluralismo nel mercato dei media italiano, si avrebbe labolizione del canone con una diminuzione del carico fiscale dei contribuenti pari a 1,6 miliardi di euro e, attraverso la cessione a terzi del capitale azionario, un piccolo ma significativo abbattimento del debito pubblico.

Nella porposta, si specifica che il modello elaborato salvaguarda il concetto di servizio pubblico nel rispetto degli scopi istituzionali, culturali e sociali che oggi gli sono assegnati ma afferma che tale servizio pubblico non debba essere esercitato in condizioni di monopolio da unazienda di Stato. Al contrario, la proposta prevede la totale alienazione della partecipazione azionaria della RAI detenuta dallo Stato attraverso apposite gare pubbliche.

Per la Rai “privatizzazione significherebbe valorizzazione e rilancio – la fuoriuscita dall’”immobilità declinante” in cui la confina il contratto esclusivo di servizio pubblico”. “Liberare la RAI dall’egemonia della politica e farne un vero competitor nel mercato televisivo significa liberalizzare “in una sola mossa” un sistema dell’emittenza che appare da troppo tempo congelato – realizzando finalmente quelle effettive condizioni di pluralismo televisivo che un po’ tutti auspicano ma che troppi interessi, diversi ma nei fatti convergenti, finora hanno negato”.