Luigi Grechi, il fratello maggiore di Francesco De Gregori, colpevole di avergli trasmesso la passione per la musica e le canzone dautore, da Bob Dylan a tanti altri. Luigi, che ha conservato il cognome della madre a differenza di quello paterno con cui tutti conoscono Francesco, ha una sua carriera discografica di grande dignità, seppur meno avvezza alle zone alte delle classifiche. Da sempre appassionato di “storie di provincia”, che siano quelle del Vecchio West come quelle di casa nostra, Luigi Grechi è un autentico cantastorie moderno. Ecco perché la sua Il bandito e il campione è diventato un classico della canzone italiana.
Una carriera discografica, quella di Luigi, fatta di numerosi bei dischi a partire dagli anni 70 e qualche hit anche per lui, sebbene attraverso le incisioni di Francesco De Gregori. Una di queste hit è stata senzaltro la celeberrima ballata Il bandito e il campione, pubblicata nel disco omonimo del 1993. Luigi Grechi la scrisse, Francesco De Gregori ne fece un successo. Con il suo autore originale abbiamo voluto parlare per farci raccontare la storia dietro una canzone che con la fiction di Rai Uno torna di nuovo alla ribalta, la storia del campione Girardengo e del “bandito gentiluomo” Sante Pollastri.
Sei stato contattato in qualche modo dalla produzione di questa fiction, a proposito della tua canzone o di un tuo contributo?
Conosco Marco Ventura da diversi anni, l’autore del libro “Il campione e il bandito” che è servito come fonte di ispirazione per la fiction adesso in onda su Rai Uno. Ci siamo conosciuti quando ancora stava lavorando sull’elaborazione del suo libro. Ci siamo trovati in ottima sintonia, tanto che gli ho permesso di usare i versi della mia Il bandito e il campione per aprire i vari capitoli del romanzo. Quando ho saputo che stavano girando una fiction sul questo tema mi aspettavo di venire contattato, e così è stato. Mi hanno chiesto il permesso di usare la mia canzone. Allora ho chiesto di lasciarmi leggere il copione.
E quindi?
Quindi, dopo averlo letto, ho detto grazie tante ma non ho concesso l’utilizzo della mia canzone.
E perché?
Perché leggendo il copione ho trovato che la storia era stata rimaneggiata rispetto a quello che io avevo raccontato. Chiariamoci: era del tutto nel loro diritto di fare ciò, io non sono il depositario della storia di Girardengo e di Sante Pollastri, ognuno rilegge la storia a modo suo. Però nella fiction non ho trovato aderenza con i miei personaggi, come li avevo immaginati io. Nella mia canzone poi non c’è scritto nulla di preciso riguardo ai fatti, però ci sono delle atmosfere che non si adattano con quelle del prodotto televisivo.
Diciamo anche che nella fiction si immagina una amicizia tra i due che probabilmente non c’è mai stata…
Girardengo era già un campione quando Sante era ancora un bambino. Ma comunque i due si sono sicuramente conosciuti, anche se la parola amicizia è una parola grossa e nel loro caso proprio non so… Si sono incontrati in quel famoso episodio di cui ha scritto Marco Ventura, e poi si saranno visti certamente alle corse, perché Sante era un grande fan.
E tu come la vedi questa storia di banditi e campioni?
La vedo che secondo me andrebbe raccontata sul grande schermo e non sul piccolo. Questo perché così avrebbe il giusto target che si merita, e non quello generalista della televisione. E’ una storia bellissima e piena di fascino, mentre nella fiction tv si è cercato di mostrare situazioni intime che il pubblico televisivo ha desiderio e bisogno di vedere, ma che non c’entrano nulla con i protagonisti. Sante e Girardengo erano due vecchi piemontesi tagliati con l’accetta…
Una scelta coraggiosa, la tua…
Ma sai, io non ho mai scritto canzoni per fare soldi. E poi mi auguro che prima o poi qualcuno faccia una cosa come piacerebbe a me sull’argomento così mi tengo libero di dare la mia canzone per questa remota possibilità.
Come nacque in te la voglia di scrivere un brano su questi due personaggi?
Di loro mi parlò un amico di Novi Ligure, tanti anni fa. Era poco più di una leggenda di paese ma mi affascinò. Lavorai sulla canzone per più di dieci anni, cercando fonti e notizie che non trovai. Non esisteva nulla sul loro conto. Tutti i libri su Sante e Girardengo sono stati scritti dopo la pubblicazione del mio brano. Insomma, se la mia canzone ha avuto un merito, è stato quello di resuscitare una storia dimenticata. Che adesso in qualche modo è approdata anche in televisione.