E così mentre il grande Maestro Yoda è in un  viaggio intergalattico, mi tocca stà sola: vedere e recensire Azzozero.

Non ho stima di SantOro, un giornalista che sopravvive a tutte le stagioni a suon di 662.000 euri annuali (lordi però!)  ergendosi  a martire della libertà di stampa, aizzando in maniera populista  le folle di operai. Il suo grandeur viene sfoggiato nel solito pistolotto dellanteprima in cui lancia i suoi messaggi mafiosi parlando di Freccero, e dei poveri Travaglio e Vauro senza contratto. Tirando una sciabolata ai compagni che ormai sono in letargo da tempo.



Da lì passa al conflitto dinteressi con un estratto di unintervista zerbino di Baffone Ruotolo a Gianfranco Fini. Il leader di FLI afferma che la Rai va privatizzata e che il conflitto dinteressi  va sepolto. Ma, ironia della sorte,  non si ricorda la sponsorizzazione del cognato Tulliani per gli appalti Rai.

Parte il programma e si rivede lego del SantO: titoli giganti nella sigla. Cè da dire che però si leggono bene.In studio Daniela Santanchè, leuro-magistrato Luigi de Magistris, Chiara Moroni, Maurizio Belpietro, il questurino Travaglio e Baffone Ruotolo.



Pronti via: comizio del Berlusca  contro il potere dei magistrati, e la farsa del piatto alla vaccinara pacificante tra Bossi e Roma. Si passa poi alla prima parte dellintervista a Fini che tocca la giustizia, il capo del governo, le elezioni, etc., bla, bla bla

Straordinario SantO, visto che la sinistra dorme, lui contrappone lamico Fini al nemico B.
La discussione in studio però è moscia, della giustizia e di Alfano pare non interessi a nessuno. Non cè scintilla polemica.

E cosa fa il SantO? Passa alla notizia del giorno, che per lui è una manna piovuta inaspettatamente dal cielo: il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti e il vice-direttore Nicola Porro, sono inquisiti per minacce al presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia. E lì entra in scena il questurino Travaglio che attacca a spron battuto i nemici. Non gli par vero, ma il furbo Belpietro sta pacatamente al gioco e tutto finisce lì.



 

Il nostro Sant’O ha toppato, anzi bucato in gergo giornalistico, doveva invitare uno dei due malandrini berlusconiani che di solito sono onnipresenti allo show del giovedì sera. Chissà che fuochi d’artificio ci sarebbero stati! E se invece l’avesse fatto di proposito?

Gli sbadigli mi assillano, ma il conduttore lancia la seconda parte dell’intervista a Fini, tutta giocata sull’appartamento a Montecarlo. Da qui è un attimo parlare del pastone mediatico-giornalistico in corso ormai da mesi, del  killeraggio politico fatto con dossier contro il presidente della Camera. Francamente mi son partiti altri tre sbadigli…

Oplà e il Sant’O (avendo poteri celestiali probabilmente mi vede) fa intervenire un giovane esaltato che teorizza la violenza come se fosse acqua santa. Solo la Santanchè  si scalda un po’ forse per non venire meno alla fama di personaggio grintoso. Ma è un fuocherello di paglia.

Penso che l’argomento della serata, "Non solo odio", non sia stato ancora toccato et voilà, letto nel pensiero, parte la ricostruzione della querelle Belpietro. Alla fine allo spettatore medio resta il dubbio: ma sarà stato un tentativo d’attentato vero o finto?

Insinuare il dubbio è la modalità che Sant’O  e il questurino Travaglio hanno normalmente. Quest’ultimo legge poi il suo sermone contro il capo del governo. Cose già viste e sentite. Nulla di nuovo.

Un collegamento da Reggio Calabria con persone minacciate dalla n’drangheta  innesca la miccia Santanchè che ulula con una collega che urla slogan in piazza.
Il programma non ha nulla di nuovo, l’impianto è sempre lo stesso, ma sfortunatamente stasera per il Sant’O il fuoco non è diventato un incendio, e noi abituati alle grida e alla rissa abbiamo dovuto aspettare le ore 23.25. Dal torpore s’è risvegliato anche Luigi de Magistris che interviene alla maniera dipietristica. Ma è solo un lampo.

Gli argomenti soni i soliti, Fini, Berlusconi. Inchieste giornalistiche zero. Qualità bassa: un tribuno con il portafoglio gonfio, due allocchi senza contratto (scommetto che tra un po’ faranno guerra legale alla Rai e la vinceranno), discussioni trite e ritrite. Ma allo spettatore interessa tutto ciò?
Vale la pena pagare un giornalista così tanto per vedere un programma senza qualità fatto da un sinistrorso con la mano destra (sarebbe l’inverso, ma sono obbligato a scrivere la verità)?