Roma film festival 2010, Bollywood mette in scena lIslam con My name is Khan Al Roma fiction festival approda Bollywood: la gigantesca industria cinematografica indiana sbarca con la sua forza, il suo fascino e il suo potere in crescita nel mondo del cinema sul Red carpet di Roma. Il film My name is Khan è da audience planetaria e ciò che lo rende unico è il modo in cui Bollywood decide di raccontare lIslam, come mai è stato raccontato prima. A portare il cinema indiano alla kermesse cinematografica è lattore quarantacinquenne Shah Rukh Khan, protagonista di Il mio nome è Khan e considerato il bello del cinema indiano. Lattore, riporta Corriere.it, dichiara che per lui è un grande onore essere considerato lambasciatore di Bollywood in Italia: sul cinema insdiano sono puntata gli occhi di tutto il mondo e c molto interesse anche da parte dellOccidente.

Lattore che non si sente un divo del calibrero di Banderas o Tom Cruise, ammette che non andrebbe a Hollywood. Ma scopriamo il film My name is Khan.

“Il mio nome Khan e non sono un terrorista”: questa la battuta che simboleggia questo film del 2010 di produzione Bollywood che racconta in modo particolare l’Isalm: l’attacco alle Torri gemelle, il conflitto in Afhanistan, il tutto con lo stile cinematografico indiano, specie le colonne sonore “importanti”. Rizvan Khan, indiano di religione musulmana affetto dalla sindrome di Asperger, s’innamora della bellissima Mandira, madre single di religione induista, che vive la sua versione del sogno universale del successo.

 

E quando un atto di inaudita codardia smembra la loro famiglia, Khan decide d’intraprendere un difficile viaggio attraverso l’America contemporanea, luogo oscuro e complesso. Un viaggio che si trasforma nel più improbabile atto di sfida, ma anche di pace e compassione da parte di un uomo che con la sua verace autenticità riesce a toccare il cuore di tutti coloro che incrocia sul suo cammino. Uno straniero, un personaggio singolare che, in nome della donna che ama, sfida il mondo.